Venduta come schiava dal fidanzato e avviata alla prostituzione: 4 arresti, 44enne rintracciata a Catania

Venduta come schiava dal fidanzato e avviata alla prostituzione: 4 arresti, 44enne rintracciata a Catania

ITALIA – Nella giornata di ieri i carabinieri del Nucleo Investigativo di Viterbo, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma nei confronti di 4 cittadini stranieri, gravemente indiziati, a vario titolo, dei delitti di riduzione in schiavitù, tentata alienazione di schiavi, tentata estorsione aggravata, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, cessione di sostanze stupefacenti.

Le indagini

Le indagini sono state avviate nell’estate del 2019, allorquando una donna di origini rumene si è presentata presso la Stazione Carabinieri di Tuscania (VT), denunciando la scomparsa della figlia 20enne, della quale non aveva notizie da diverso tempo.

In seguito, ha precisato di aver appreso che la figlia era stata condotta dal fidanzato prima in Inghilterra e poi in Romania, successivamente è stata portata in Italia, dove è stata fatta prostituire nella zona nord-est della Capitale.

Gli accertamenti

La Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, quindi, ha delegato le indagini al Nucleo Investigativo di Viterbo che, attraverso complesse attività investigative, anche con l’attivazione di canali di cooperazione internazionale delle forze di polizia, ha accertato che:

  • la giovane delle quale era stata denunciata la scomparsa, una volta condotta in Italia, era stata letteralmente venduta dal fidanzato, per la somma di 10mila euro, ad una donna (T.D.) anch’ella di origini rumene che, a Roma, gestiva la prostituzione di diverse altre donne straniere;
  • per farle riscattare la somma pagata, la 20enne, peraltro con un leggero deficit cognitivo, è stata costretta a prostituirsi in strada, durante le ore notturne, ogni giorno e sottoposta a continue vessazioni. Era costretta ad assumere sostanze stupefacenti prima di essere condotta sul luogo del meretricio. Quando non era costretta ad esercitare tale attività veniva tenuta segregata in casa;
  • un cliente della giovane donna, innamoratosi della stessa, aveva tentato di salvarla, ma la sfruttatrice e i suoi complici avevano preteso per “liberarla” la somma di 8mila euro; al rifiuto dell’uomo di versare detto importo, gli indagati lo avevano minacciato per costringerlo a pagare, ma il predetto sarebbe riuscito a scappare;
  • la giovane donna, dopo diversi mesi, è riuscita a sfuggire dal controllo degli aguzzini, facendo rientro, con l’aiuto di un connazionale, a Tuscania, presso l’abitazione della madre, dove i carabinieri le hanno garantito sostegno e tutela.

Giro di prostituzione pre e durante lockdown

I carabinieri, nel contempo, hanno accertato che T.D., con la complicità due cittadini albanesi e un suo connazionale, gestiva un giro di prostituzione, sfruttando diverse giovani donne di origini moldave e rumene. In particolare, l’attività di prostituzione:

  • prima del periodo di lockdown del mese di marzo 2020 era gestita in strada, in via dei Prati Fiscali, dove gli indagati si erano accaparrati un tratto di marciapiede, sul quale facevano “prostituire”, sotto un controllo costante, le “loro” donne;
  • durante il lockdown, invece, veniva svolta in appartamenti della Capitale, pubblicizzati attraverso siti internet oppure, a richiesta dei clienti, veniva svolta a domicilio.

Attività di spaccio e rapina

Nel corso delle indagini, inoltre, si è accertato che gli indagati, oltre a quanto detto, gestivano nella Capitale una fiorente attività di spaccio di cocaina, nonostante le limitazioni imposte in relazione dall’emergenza epidemiologica, con oltre 50 clienti.

Agli assuntori veniva effettuata la consegna della droga anche a domicilio, ricorrendo ad escamotage come quello di utilizzare taxi oppure spacciarsi per riders, addetti alla consegna di cibo.

Nel medesimo contesto investigativo, si è accertato che uno dei soggetti coinvolti nello spaccio di droga si era reso responsabile anche di una rapina impropria. Infatti, il 26 febbraio 2020, insieme ad un complice si era introdotto in un’abitazione della Capitale per consumare un furto; scoperto dagli agenti della Polizia di Stato, si era scagliato contro uno di questi per guadagnarsi la fuga.

Il volume d’affari degli indagati era veramente importante: per la prostituzione riuscivano ad incassare 600 euro al giorno, mentre per il giro di droga, realizzavano quotidianamente 1.500 euro.

Gli arresti

Nella giornata di ieri, i militari del Nucleo Investigativo di Viterbo, con la collaborazione di quelli di Catania e Roma, in esecuzione al provvedimento restrittivo, hanno arrestato:

  • T.D. 44enne, di origini rumene, rintracciata a Catania;
  • K.G. 40enne, di origini albanese, rintracciato a Roma;
  • K.E. 27enne, di origini albanese, rintracciato a Roma;
  • M.B. 20enne, di origine albanese, rintracciato a Roma.

Assieme a loro è stata inoltre arrestata S.V.A., 21enne di origine romena, compagna del 27enne albanese, che durante la perquisizione concomitante all’arresto del compagno è stata sorpresa in possesso di 50 grammi di cocaina suddivisa in 9 dosi, nascoste all’interno di un suo zainetto.

I predetti sono stati condotti in carcere, a disposizione dell’autorità giudiziaria, mentre la 21enne rumena oggi verrà processata a Roma con rito direttissimo.