CATANIA – Nella data di ieri, il G.U.P. di Catania, decidendo sul primo dei due processi sugli illeciti
commessi in ambito universitario e consistiti nell’alterazione dei bandi e delle procedure per la selezione del personale docente, ha disposto il rinvio a giudizio per quarantadue capi d’imputazione elevati nei confronti di due ex Rettori dell’Università di Catania e di otto Capi dipartimento dello stesso Ateneo.
Nell’ambito dello stesso procedimento è stata, altresì, emessa condanna con le forme del rito abbreviato nei confronti dell’ex Prorettore dell’Università di Catania alla reclusione di un anno e due mesi per il delitto di abuso d’ufficio commesso in relazione alla formazione di un bando per un posto di professore di prima fascia al Dipartimento di Scienze Umanistiche per il settore scientifico disciplinare “Diritto Romano e Diritti dell’antichità”.
Il G.U.P. ha, invece, deciso per il non luogo a procedere (e per l’assoluzione nel procedimento celebrato nelle forme del rito abbreviato) con riferimento al contestato reato associativo.
La sentenza del G.U.P. – sebbene non abbia riconosciuto l’esistenza di un’associazione rilevante ai sensi dell’art. 416 c.p. (decisione per la quale questa Procura valuterà, lette le motivazioni, eventuali gravami) – fornisce un importante riscontro all’ipotesi accusatoria in merito all’esistenza di un diffuso sistema di illegalità all’interno delle istituzioni universitarie catanesi.
Si precisa che il processo definito ieri ha riguardato complessivamente dieci soggetti: due ex rettori, sette capi di dipartimento (rinviati a giudizio) oltre al prorettore (giudicato in abbreviato).
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