Un solo medico a pieno organico, carenza di personale all’Hospice pediatrico Garibaldi di Catania

CATANIA Quello dell’ospedale Garibaldi di Catania è l’unico Hospice pediatrico in Sicilia per le malattie rare e inguaribili, uno degli otto in tutta Italia, ma che conta una grave carenza di personale. È la denuncia del sindacato Nursind catanese.

L’associazione spiega che a fronte di una dotazione organica che prevede dieci infermieri ve ne sono assegnati solo tre, mentre per i cinque operatori sociosanitari previsti non ne è stato assegnato alcuno. Inoltre per il personale medico rispetto ai quattro previsti, c’è la presenza di un solo medico a pieno organico che tra l’altro è anche il direttore.

Il sindacato ricorda che il reparto si occupa di patologie rare e inguaribili, e di cure palliative pediatriche, e dovrebbe essere un’eccellenza nazionale. Per questo motivo merita di essere sostenuta dall’Arnas Garibaldi.

“Una situazione insostenibile”: le parole di Nursind

All’Hospice pediatrico afferiscono tutti quei bambini con malattie inguaribili, ma che possono e devono convivere con la loro patologia. Bambini che per problemi clinici, organizzativi o psicologici non si riescono a gestire a casa. L’obiettivo per i sanitari è quello di insegnare ai familiari come gestire i loro piccoli a casa, perché per loro è quello il luogo ideale in cui vivere e affrontare la malattia. Nonostante le numerose segnalazioni che sono state inoltrate alla Direzione la situazione della carenza di personale nell’Hospice pediatrico è ormai diventata insostenibile“.

Il Nursind, in una nota dei segretari territoriale Salvo Vaccaro e aziendale Vincenzo Neri, sostiene che “il personale infermieristico versa in condizioni di estremo disagio che si traduce in turni massacranti ormai divenuti insostenibili e gli sforzi umani producono un aumento di stress psico-fisico che, non solo diventa usurante per gli operatori, ma aumenta di molto le possibilità di errore. Una pericolosa miscela che non possiamo né condividere né in alcun modo suffragare. Siamo di fronte a una situazione che ormai non rappresenta un disservizio occasionale, ma una carenza nota da tempo. Fino a oggi è stata affrontata solamente con l’aumento esponenziale del carico di lavoro per il personale sanitario“.

Foto di repertorio