CATANIA – Il porto di Catania utilizzato come punto centrale per lo smercio internazionale di cocaina. Questo il vaso di Pandora scoperto dai Finanzieri del comando provinciale che ha portato all’arresto di 6 soggetti catanesi e al sequestro di circa 7,7 milioni di euro.
Le investigazioni sono partite dalle dichiarazioni rese da due “pentiti” dei clan mafiosi Strano di Monte Po’ e dei Cappello di Catania, i quali avrebbero indicato il porto etneo come centro di importazione di cocaina. All’interno del narcotraffico è stato riferito che al suo interno avrebbero operato affiliati al clan “Pillera–Puntina“.
Questi ultimi, a fronte di un compenso pari al 30-40% del quantitativo, avrebbero favorito l’ingresso e la successiva esfiltrazione di sostanza stupefacente giunta a bordo di navi cargo provenienti dal Sud-America.
Le indagini hanno portato alla scoperta del coinvolgimento nel traffico di Angelo Sanfilippo, già condannato nel 2010 per narcotraffico, e suo figlio Melino, entrambi dipendenti di una società portuale.
Angelo Sanfilippo sarebbe coinvolto in almeno tre episodi di importazione di ingenti quantitativi di cocaina, per un peso complessivo di oltre 215 kg. Uno degli episodi è quello del 25 maggio 2022 quando i finanzieri hanno sequestrato, a carico di ignoti, un carico da 110,5 kg di cocaina nascosti in un container proveniente dal Sudamerica.
Tra i sei arrestati emerge la figura di Giuseppe Curciarello e della potente ‘ndrina Molè di Gioia Tauro. Due elementi di congiunzione tra clan siciliani e calabresi. Sarebbero inoltre acquisiti elementi indiziari a carico di Angelo Di Mauro e Antonino Vasta, quest’ultimo indicato dal collaboratore di giustizia quale appartenente alla famiglia Cappello di Catania e nipote di Franco Egitto.
Tali soggetti, secondo la ricostruzione accusatoria, avrebbero operato per i Sanfilippo ai fini del tentativo di recupero del narcotico. Altro episodio chiave nell’inchiesta quello del 7 febbraio 2023. Gli agenti, in quell’occasione, hanno sequestrato 60kg di cocaina trovata in un container di frutta esotica proveniente sempre dal Sud America. Episodio che farebbe luce su un altro nome, quello di Salvatore Fichera, a cui sarebbe stata destinata la partita di droga.
Le attività captative avrebbero difatti evidenziato come, a seguito dell’erroneo arrivo del cargo nel porto di Salerno anziché in quello di Catania, il duo avesse intrattenuto una serie di contatti, attivandosi, con l’ausilio anche di Melino e del soggetto calabrese, per rintracciare e recuperare il carico. Attività non andata a buon fine per effetto del sequestro operato dalla guardia di finanza di Salerno.
Fondamentali per le indagini anche le intercettazioni. Avrebbero permesso di registrare una serie di conversazioni tra i Sanfilippo i quali, insieme a Fichera, avessero avviato un nuovo progetto nel porto di Catania.
Progetto che poi si sarebbe rilevato realtà l’1 dicembre 2023 quando gli agenti hanno avuto conferma dell’esfiltrazione di un altro container dal porto verso la sede della società di gestione dei servizi portuali nella zona industriale di Catania. Il tutto, tramite un autotrasportatore individuato e “protetto” da Fichera e da altro soggetto, “Turi u Carruzzeri“, identificato in Salvatore Russo.
Le due auto utilizzate furono poi fermate dagli agenti i quali trovarono in totale 3 borsoni contenenti 45 kg di cocaina, procedendo all’arresto di Fichera e Russo.
Sarebbe anche emerso che Angelo e Melino avrebbero trattenuto parte del carico, circa 9 kg, quale compenso spettante per l’intera operazione di esfiltrazione, non ritrovati all’atto della immediata perquisizione eseguita all’interno della sede societaria verosimilmente perché, come successivamente ricostruito, il narcotico sarebbe stato affidato ad un camionista in procinto di uscire dall’azienda.
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