Un italiano tedoforo in Francia

CATANIA – Le Olimpiadi ormai sono alle porte e la fiaccola fa gli ultimi passi prima di raggiungere lo stadio di Parigi. E poi, via alle gare. 

La fiaccola ora viaggia lentamente come a gustarsi questo momento del suo lungo viaggio, fra l’entusiasmo di una folla plaudente. Si rinnova il mito di Olimpia e nel grande braciere, essa illuminerà e “scalderà” le lunghe giornate di gara che vedrà in lizza la migliore gioventù mondiale.

Ma vediamo che durante il percorso è un “italiano” a portare per un tratto, la fiaccola olimpica. Questo “italiano” è Antonio Rapisarda. Si, proprio lui, il catanese di Belpasso, un atleta che è cresciuto sotto la mia guida. La parola italiano, virgolettata, ha un suo significato, perché le vicende di Rapisarda, cresciuto nella Libertas di Catania, ha avuto uno strano epilogo, quando ancora metteva sotto i migliori atleti di valore internazionale: in Francia era uno straniero infiltratosi con le sue qualità di alto livello nelle distanze medio-lunghe, mentre in Italia era un francese che aveva abbandonato la sua patria.

Non è facile capire questo gioco di parole, ma nel suo sviluppo, è semplice: mentre con la forza dei propri, nuovi dirigenti, egli acquisto la cittadinanza francese, la burocrazia italiana non gli concesse la doppia cittadinanza; lo depennò dalla lista degli italiani. È strano come certe cose possano accadere, ma di fatto è così. 

Nella sua carriera di atleta, dopo essere stato nella nazionale italiana, la sua fuga in Francia, non fu vista bene in Italia, ma inizialmente non apprezzata nemmeno in Francia, dove lo “straniero” si permetteva non solo di essersi infilato fra le proprie file, ma con le proprie, grandi capacità, ora si permetteva di insidiare le prime posizioni ai mezzofondisti francesi.

La conclusione di questo strano rapporto Francia-Italia, si concluse, di fatto che, la partecipazione alle Olimpiadi, una prima volta svanì per un malaugurato infortunio, una seconda volta a Rapisarda non bastò il record di Francia sulla mezza maratona, né i vari titoli nazionali in campestre né, alla fine aver battuto il limite posto per partecipare sui 5000 metri, né bastò lo spareggio imposto dalla federazione francese nel quale Antonio batté i migliori mezzofondisti francesi; solo il migliore riuscì a reggere strenuamente al ritmo imposto da Rapisarda, battendolo quasi a spalla, sul traguardo. La federazione francese non permise la partecipazione di Rapisarda ai giochi olimpici, nemmeno sui 10.000: egli era considerato straniero.

Parecchie cose sono cambiate da allora. Oggi Rapisarda è un direttore di banca stimato e ben voluto. Mentre se fosse rimasto in Italia, probabilmente avrebbe potuto essere assorbito da una squadra militare, mentre in Francia, malgrado le molte vicissitudini, egli oltre a laurearsi è stato aiutato dai suoi dirigenti di società nella scalata al successo.   

Quando si dice che nessuno è profeta in patria, in questo caso, risponde a verità. Oggi Antonio è uno stimato professionista e la Francia non ha dimenticato le sue gesta come atleta, per cui gli ha proposto ed ottenuto che egli portasse la fiaccola olimpica; è il meno che la Francia gli potesse riconoscere, dopo avergli impedito di parteciparvi come atleta.

Oggi oltre a tedoforo, Rapisarda in Francia ha finalmente trovato la possibilità di coronare un suo sogno, inseguito sin da bambino. Egli si è proposto come scrittore, scrivendo un romanzo, quello della sua vita che in Francia sta ottenendo un buon successo: Il corridore di fuoco. Un volume autobiografico di ottimo livello culturale, nel quale egli racconta della sua infanzia a Belpasso, delle sue marachelle, delle difficoltà sue e della sua famiglia, in un racconto che, pur di un certo spessore, coinvolge il lettore e lo stimola a leggere per seguirne le storie a volte drammatiche, a volte sentimentali, a volte belle della sua movimentata vita.

Io ho avuto modo di leggere il suo romanzo, ne ho apprezzato la forma espositiva, bella e coinvolgente. Più di una volta mi sono commosso leggendo i suoi racconti. Egli ora è in cerca di un editore italiano che possa pubblicargli il suo libro in lingua italiana, ma io mi chiedo se l’Italia ancora una volta lo tradirà, oppure, facendo ammenda, accoglierà il suo libro come lo ha accolto in Francia.

A cura di Alfio Cazzetta

Redazione

Pubblicato da
Redazione
Tag: Antonio Rapisarda Belpasso Catania cronaca belpasso Cronaca Catania notizie belpasso Notizie Catania Olimpiadi

Post recenti

  • Cronaca

Carta della Cultura giovani 2025: 500 euro per i diciottenni, ecco come ottenerli

Anche quest’anno prende forma un’occasione preziosa per chi ha compiuto la maggiore età: la Carta…

9 ore fa
  • Sport

La Serie A torna a giocarsi di Pasqua: l’ultima volta nel 1978

Era il 26 marzo 1978, gli anni di piombo imperversavano e il Paese viveva con…

11 ore fa
  • Ricette

Biscotti al cocco con soli tre ingredienti, la ricetta per stupire i propri ospiti

Tre soli ingredienti e un risultato in grado di stupire i propri ospiti o, in…

12 ore fa
  • Cronaca

Furiosa lite sfocia nel sangue: accoltellato 17enne, vani i soccorsi

FRANCOFONTE – Tragedia nella serata di ieri in via Nastro Azzurro, nel cuore della movida…

14 ore fa
  • Ricette

Uova di Pasqua ripiene: alcune varianti per un dolce semplice e originale

ITALIA - I dolci pasquali da preparare durante questo periodo dell'anno sono molti, dalla classica…

14 ore fa
  • Cronaca

Le origini delle uova di Pasqua: la tradizione di un simbolo di rinascita e condivisione

Ogni anno, appena si avvicina la Pasqua, le corsie dei supermercati si affollano e si…

16 ore fa