Uccise un ladro: contadino settantunenne condannato a 17 anni di detenzione

CATANIA – Giuseppe Caruso, anziano contadino catanese che il 26 aprile 2013 sparò ad un ladro introdottosi nel suo podere, è stato giudicato colpevole di aver commesso un omicidio volontario e quindi condannato a 17 anni di reclusione.

La sentenza inoltre prevede l’interdizione perenne dai pubblici uffici, il sequestro della calibro 7.65 con cui Giuseppe Caruso freddò Roberto Grasso e la corresponsione di 600 mila euro alla famiglia della vittima.

Il contadino, 71 anni e originario di Mascali, sorprese la sua vittima (27 anni) mentre si aggirava con fare sospetto per il terreno di Puntalazzo. Giuseppe Caruso sparò così al ragazzo che, dopo qualche giorno di agonia, morì in una camera dell’ospedale Cannizzaro di Catania. La storia, non è difficile da notare, presenta molti parallelismi con la vicenda di Vaprio d’Adda, caso recentissimo di cronaca nera che vede un pensionato milanese sparare ad un ladro introdottosi furtivamente nel suo appartamento.

Giuseppe Lipera, avvocato del contadino di Mascali, ha subito espresso il suo disappunto per la sentenza: “Non riesco a giudicare condivisibile la sentenza pronunciata dalla Corte d’Assise di Catania, ciò a prescindere dalla lettura delle motivazioni che avverrà entro i tre mesi da oggi. Il verdetto, almeno secondo un mio personale parere, non rispecchia nemmeno le convinzione della maggior parte degli italiani; un omicidio scaturito da una legittima difesa non può in alcun modo essere paragonato ad un assassinio scaturito da altre motivazioni. Questo genere di sentenze rischia di far diventare la vittima un carnefice e viceversa“. Il caso, non è un’ipotesi improbabile, rischia quindi di diventare un argomento di dibattito.