CATANIA – Capitava di vederlo passeggiare per le vie del centro storico di Catania, a braccetto proprio con il cancelliere Antonino Toscano, indagato per favoreggiamento, ma nessuno poteva mai immaginare quanto sarebbe accaduto di lì a poco.
Lui, Filippo Impallomeni, il presidente di Sezione della Commissione Tributaria Provinciale di Catania, era veramente un insospettabile. Era conosciuto fra la gente come una persona estremamente disponibile, se poteva aiutare lo faceva con piacere. Ma stavolta “ha aiutato” nel modo sbagliato e la persona sbagliata, Giuseppe Virlinzi.
È proprio al noto imprenditore catanese che avrebbe dilazionato pagamenti di cartelle esattoriali che riguardavano Iva, Irap e Ires e in cambio avrebbe avuto a disposizione diverse auto dalla concessionaria.
Ma torniamo all’insospettabile Impallomeni. Chi è? Nato a Catania nel 1945, si laurea in Giurisprudenza all’università etnea e avrebbe dovuto fare del diritto e della legalità la propria strada maestra ma a quanto pare ieri ha “beccato” uno scivolone di spessore davanti agli occhi della città.
Per dieci anni, dal 2000 al 2010 viene messo a capo del Dipartimento Provinciale di Catania del Ministero dell’Economia e delle Finanze ma non solo, dal primo maggio del 1988 diventa direttore provinciale del Tesoro di Catania e reggente delle direzioni del Tesoro di Enna, Messina e Ragusa.
Presidente della Commissione d’esame della Calabria per i corsi di riqualificazione del personale del Ministero dell’Economia e delle Finanze, diventa giudice tributario in qualità di Vice Presidente di Sezione della Commissione Provinciale Tributaria di Catania.
Un profilo di spessore, dunque, in città dopo essere diventato presidente dell’Asec e aver anche ricoperto ruoli nel Coreco catanese, nell’Opera Universitaria, nell’Opera del Magistero ed essere diventato anche funzionario verificatore per l’annuale, improvvisa e simultanea verifica per le casse dello stabilimento della Banca d’Italia di Catania.
Adesso dovrà aggiungere un’altra nota al curriculum: arrestato per corruzione in atti giudiziari.