CATANIA – Sono trascorsi appena quattro giorni dalla presentazione dei nuovi treni Vulcano della Ferrovia Circumetnea (FCE) e già arriva, insieme al plauso la contestazione.
“Riteniamo doveroso congratularci con la FCE per i positivi risultati raggiunti con gli investimenti che hanno interessato l’infrastruttura sul versante della città di Catania – dichiara Giovanni Russo, presidente associazione ferrovie siciliane – ma non riusciamo a capire perché all’estremità opposta della linea compresa nei 20 km di ferrovia tra Linguaglossa e Riposto i treni non circolano più dal 4/11/2015, ufficialmente per alcuni smottamenti: un aspetto che stride fortemente col rinnovamento strutturale verso cui la FCE si sta orientando“.
Pertanto, la promessa della grande rivoluzione dei trasporti siciliani collide violentemente con la realtà territoriale.
In tal modo, difatti, vengono meno i collegamenti ferroviari tra le stazioni di Terremorte, Piedimonte, Santa Venera, Mascali, Cutula, Giarre e Riposto, che servono i Comuni di Piedimonte Etneo, Santa Venera, Giarre e Riposto, “comuni che – sottolinea Russo – raggiungono complessivamente un bacino demografico di utenza di ben 64.000 persone. I bus stanno ovviando al problema, ma ci auguriamo che la chiusura sia temporanea e imputabile unicamente a difficoltà tecniche non immediatamente risolvibili“.
Ma le speranze risiedono in un bando per la manutenzione della rete FCE in scadenza il prossimo 28/12/2015, bando che ha un importo di 3.264.263,06 euro.
Russo pertanto rende pubblica la sua speranza: “ci auguriamo che l’importo sia destinato esclusivamente a queste località che necessitano di collegamenti frequenti e in linea con le moderne esigenze di mobilità“.