“Time Out” al Galileo Galilei di Catania: un minuto di silenzio, un unico grido per la Pace – INTERVISTE e VIDEO

“Time Out” al Galileo Galilei di Catania: un minuto di silenzio, un unico grido per la Pace – INTERVISTE e VIDEO

CATANIA – La pace è una necessità impellente, oggi più che mai a seguito della drammatica situazione in Ucraina. In massa sono iniziate le mobilitazioni e le azioni di sensibilizzazione per fermare la guerra e incitare il mondo intero verso l’unione dei popoli.

Anche Catania è in prima linea e oggi, sabato 5 marzo, sarà la volta degli studenti del Galileo Galilei. Nello specifico, i Giovani Ambasciatori della Pace di Living Peace International, viste le vicende di dolore che stanno vivendo l’Europa e molti paesi colpiti dalla guerra, hanno deciso di proporre un’iniziativa volta a promuovere e rafforzare gli ideali della pace.

In un mondo oppresso da conflitti, come quelli tristemente noti in Afghanistan, nel Myanmar, in Siria, nello Yemen e recentemente anche in Europa, tra l’Ucraina e la Russia, questo progetto ha lo scopo di far luce su queste tristi realtà perché il primo passo per la fine delle ostilità risiede nella consapevolezza comune che la guerra è sempre ingiusta.

Un minuto di silenzio

A tal fine, sabato 5 marzo, alle ore 09,45, in tutte le classi del Galileo Galilei, alle quali i Giovani Ambasciatori della Pace si premureranno di fare pervenire le stampe delle candele della Pace da affiggere alle finestre delle aule, si osserverà un minuto di silenzio, accompagnato da una riflessione sulla pace.

Il “Time-out” vuole tessere intorno al mondo una fitta rete di pace con migliaia di “nodi-persone” rappresentate da tutta la comunità scolastica in unione con il mondo intero.

Da quando abbiamo saputo del conflitto in Ucraina, la guerra prima lontana adesso è venuta a bussarci alle nostre porte del territorio europeo, di conseguenza abbiamo cercato di dire apertamente che vogliamo la pace. Abbiamo creato una candela della pace per il Time Out e l’abbiamo attaccata alle finestre di ogni classe. Sabato 5 marzo, alle 9,45, si fermerà tutta la scuola per un minuto per mostrare solidarietà nei confronti del popolo ucraino e chiedere la pace nei cuori di tutti, nel mondo intero“.

Questo è quanto ha dichiarato ai nostri microfoni la docente del Galileo Galilei Margherita D’Aquino, che cura online – insieme alla professoressa Ignaccolo e altri coordinatori d’Italia – la scuola dei Giovani Ambasciatori della Pace, la quale partirà a fine mese.

Abbiamo simbolicamente tappezzato la scuola di queste candele e un’altra classe, la quinta 5 A, si sta impegnando per raccogliere alimenti, farmaci, vestiario e tutto quello che serve per aiutare il popolo ucraino. Tutta la scuola sta collaborando per portare avanti questa iniziativa“, specifica.

Tra le novità, tra l’altro, in Italia ci sarà il primo corso di Living Peace International per diffondere la cultura della pace dove diversi giovani potranno partecipare e seguire i 7 incontri proposti.

Si svolgerà il pomeriggio, i ragazzi mandano la candidatura per diventare Giovani Ambasciatori della Pace ma, essendo un impegno importante, non tutti la riceveranno subito.

Video per il Time Out

A volte la comunità scolastica vive il Time-Out in totale silenzio, ma questa volta no. I Giovani Ambasciatori della Pace hanno proposto un video-riflessione per oggi, che riportiamo qui di seguito.

Giovani Ambasciatori della Pace di Living Peace International

Living Peace International è nata il 5 febbraio 2012 e la docente che ha portato il progetto dei Giovani Ambasciatori della Pace al Galileo Galilei di Catania è la professoressa Enza Maria Ignaccolo, da quest’anno in pensione.

Adesso, al suo posto, le docenti Margherita D’Aquino, Vincenza Fresta, Anna Cicatiello e Rinalda Scardaci hanno proseguito quello che lei ha iniziato e sta continuando a seguire, anche se in pensione.

Il gruppo di giovani si impegna quotidianamente per affermare la cultura della pace e questa organizzazione nasce dal desiderio di camminare verso la fraternità universale. Non servono grandi azioni, basta veramente poco.

La pace, infatti, si costruisce anche tramite gesti d’amore quotidiani. Tra le iniziative di Living Peace International, per esempio, c’è stata la consegna dei giocattoli nei reparti di Pediatria degli ospedali catanesi, per dare una carezza ai piccoli pazienti che, anche solo per un attimo, dimenticano i problemi e sorridono.

Living in Peace International, infatti, è un vero e proprio percorso di educazione alla pace, per diventare tutti promulgatori di questo bene supremo. Coinvolge anche tantissimi ragazzi e gruppi nel Mondo e in Sicilia hanno aderito molte scuole, tra i Licei di Catania solo il Galileo Galilei.

L’impegno quotidiano 

Ci sono dei metodi che servono per costruire rapporti di pace quotidiani. Per esempio, il lancio del dado della pace – effettuato ogni mattina – in cui sulle facce non ci sono dei numeri ma delle frasi che aiutano in questo percorso. ‘Amarsi l’un l’altro’, ‘Perdonarsi’, ‘Rispettarsi’, si può leggere sopra. Ogni giorno, a mezzogiorno, si fa anche il Time Out della pace“, spiega la professoressa D’Aquino.

Il gruppo, cercando di rafforzare la collaborazione tra persone e gruppi e costruire una rete di pace, lancia nella piattaforma delle iniziative che vengono diffuse e noi Ambasciatori della Pace accogliamo. Ci siamo impegnati a creare collegamenti con la Siria, con Aleppo, abbiamo partecipato a un Congresso Internazionale della Pace proprio l’anno in cui è scoppiata la pandemia“, sottolinea.

In quell’occasione si sono incontrati alcuni giovani, tra cui anche i nostri, che hanno creato delle relazioni di amicizia anche con altri ragazzi del Mondo. Con i giovani della Libia, per esempio, che a seguito delle esplosioni sono diventati sordi e diffondono la cultura della pace con la danza, oppure con gli Egiziani che la diffondono con la musica, cantando. I nostri ragazzi hanno stretto i rapporti con la Giordania, infatti si era creato questo gemellaggio e ci siamo incontrati purtroppo solo online. Abbiamo lavorato molto per capire come costruire la pace. Il nostro è un impegno quotidiano“, precisa la docente.

E ancora: “Quest’anno ci siamo concentrati sul Myanmar, che si trova in una situazione di conflitto e gli abitanti sono costretti a vivere nelle foreste, non hanno luce, né il necessario. I ragazzi del quinto anno, con i docenti di scienze, nel laboratorio, hanno creato delle saponette profumate da vendere all’interno della comunità scolastica per aiutare il Myanmar, che ha bisogno di candele. Si raccolgono i fondi e poi, tramite la rete di Living Peace International, aiutiamo la popolazione“.

La testimonianza di Shehara

Per comprendere più da vicino l’impegno e l’importanza di collaborare come Giovani Ambasciatori della Pace, abbiamo sentito Shehara, alunna della 5 G del Galileo Galilei di Catania, la quale dopo aver ringraziato la preside e i professori, ha dichiarato: “In questo momento di tensione è fondamentale sensibilizzare le persone, renderle consapevoli di quello che sta accadendo nel Mondo. La guerra tra Ucraina e Russia ci ha destabilizzato e ci siamo mossi promuovendo diverse iniziative“.

Io sono entrata nell’associazione tre anni fa, ed è stato come un vero e proprio lavoro di creazione di una cultura della pace che deve iniziare nelle scuole di ogni genere e grado, già dalle elementari, per poi diffondersi nella vita quotidiana con nonni, genitori, parenti e diventare qualcosa che fa parte della normalità. Non ci limitiamo solo a esporre le iniziative, ma deve essere un’applicazione pratica nell’ambito di un contesto specifico“, racconta.

Inoltre: “Il nostro futuro dipende da piccoli momenti di solidarietà in cui si ricorda anche la giustizia sociale. Noi siamo stati fortunati a nascere in un Paese del genere, ci sono persone molto più sfortunate di noi. Ci hanno sempre insegnato che basta poco per capire l’estrema rilevanza che l’educazione alla pace dovrebbe avere per ciascuno studente. Devo ringraziare la mia scuola per questa opportunità“.

Con i vari progetti realizzati, abbiamo visto realtà che nella vita normale non ci aspettiamo. Mi lasciano sempre con il cuore spezzato e mi hanno aperto un mondo“, conclude.

La testimonianza di Ruggero

Ai microfoni di NewSicilia, pronto a raccontare la sua esperienza, anche Ruggero, uno dei Giovani Ambasciatori di 5 I del Galileo Galilei.

Essere Ambasciatore della Pace è qualcosa che un po’ tutti hanno nel proprio cuore. Il punto è rendersi parte attiva per riuscire a portare fuori questa vocazione che si ha a essere sensibili a tematiche importanti, coinvolgendo attivamente le persone che ci sono attorno“, precisa lo studente.

Il Time Out serve per riflettere su quello che sta succedendo, perché spesso non si è consapevoli. Mi sono accorto che molti ragazzi – soprattutto liceali come me – solo adesso si stanno rendendo conto di ciò che significa la guerra. Vedere queste immagini così vicine, colpisce molto. Bisogna evitare che tutti si trovino spaesati nei confronti di queste realtà, occorre consapevolezza“, prosegue.

In più: “Il minuto di silenzio deve essere vissuto come un momento in cui si accantonano i problemi, i pensieri, le interrogazioni, i compiti per pensare alle cose che contano a livello umano basilare“.

Quando tre anni fa siamo andati a Madrid per una riunione mondiale degli Ambasciatori della pace, il fondatore di Living Peace International, Carlos Palma, ci raccontò di come lui nella sua gioventù si ritrovò a doversi interfacciare con situazioni tutt’altro che di pace in Palestina, date le tensioni che ci sono là. Questo è uno degli esempi che porta consapevolezza alle generazioni che non hanno mai vissuto la guerra“, aggiunge.

Noi siamo molto toccati dal conflitto in Ucraina e vogliamo farci sentire. C’è bisogno di un ruolo attivo nella società, per denunciare l’insensatezza di quello che sta succedendo. Si è perso totalmente il ‘lume della pace’, l’idea di un mondo che segue le regole di un bene comune. Bisogna sempre ricordare che, purtroppo, in un mondo guidato da interessi diversi, che possono essere economici o di altra natura, c’è la necessità di tenere vivo l’interesse democratico verso la pace. Noi come Ambasciatori della Pace vogliamo cercare di essere la voce che denunci questi avvenimenti e faccia la differenza“, conclude.

Le dichiarazioni della preside Chisari

La preside del Liceo Galileo Galilei di Catania, Gabriella Chisari, ha rilasciato una dichiarazione per sensibilizzare, ancora una volta, sul tema e per raccontarci da vicino la realtà che si vive nella scuola, oltre che le iniziative volte a ricordare l’importanza della pace, condannando la guerra.

Sono temi su cui lavoriamo da sempre, sulla scorta del fatto che dobbiamo formare dei cittadini attenti, attivi, delle persone consapevoli di ciò che hanno intorno, in modo tale da essere loro portavoce di una società fondata sui valori della pace e condivisione. Il progetto ‘Scuola e solidarietà’ serve proprio a dare dei principi di educazione civica, del vivere in società“, afferma.

I Giovani Ambasciatori della pace hanno promosso varie attività. Il 5 marzo abbiamo organizzato un momento di raccolta, che sicuramente rivolgiamo agli ultimi terribili episodi che stiamo sentendo in Ucraina, ma col pensiero anche a tutti i luoghi dove purtroppo non c’è pace ma la guerra“, precisa.

E ancora: “Altri ragazzi stanno facendo una raccolta di beni di prima necessità, per farli pervenire ai profughi e hanno bisogno di essere aiutati. Una sensibilizzazione che fa la scuola e una sensibilità che hanno i nostri studenti a farsi capo di queste esigenze e diventare protagonisti di pace, nel dare un segnale e coinvolgere tutta la scuola“.

Per me è un grande segno di crescita per questa generazione che sta soffrendo per tante situazioni che non sono comuni a quell’età, prima per il Covid adesso per la guerra. La scuola deve avere il suo compito non solo di promuovere il percorso didattico ma anche quello educativo e formativo, un accompagnamento alla vita. Speriamo che tutti possano raccogliere questo messaggio, dai più piccoli ai più grandi“, conclude ringraziando docenti e ragazzi che in prima linea si adoperano in tal senso da anni.