Terremoti, la Sicilia reggerebbe? Il pensiero dei catanesi

Terremoti, la Sicilia reggerebbe? Il pensiero dei catanesi

CATANIA – Abbiamo già detto che, purtroppo, prevedere con esattezza i terremoti è impossibile.

Ciò però non toglie il fatto che la Sicilia rimane una zona ad elevato rischio sismico e quindi, visti i recenti avvenimenti che hanno sconquassato il centro Italia, e quelli che in passato hanno distrutto la nostra stessa Isola, la paura è tanta.

Abbiamo chiesto un po’ in giro ai catanesi e, com’era, diciamolo pure, immaginabile, nessuno nutre grande fiducia nella solidità delle nostre infrastrutture.

Andiamo però con ordine; contro ogni nostra aspettativa, infatti, abbiamo trovato qualche fervido ottimista, fermamente convinto del fatto che “In Sicilia non ci saranno terremoti gravi” perché, aggiunge un altro “a quanto ne so io, dato che l’Etna, al contrario, per esempio, del Vesuvio, erutta continuamente decomprime la pressione sottostante; così facendo, quando ci sarà la fantomatica scossa, che a mio avviso prima o poi arriverà essendo una delle regioni a più alto rischio sismico, sarà comunque meno distruttiva di quelle che hanno colpito le altre regioni, che non hanno punti di sfogo“.

Certo è che, sulle probabilità di un terremoto in Sicilia, eccezioni a parte, la gran parte dei catanesi non ha tergiversato più di tanto prima di darci come risposta un secco “si“. 

In realtà però un fattore che trova d’accordo sia gli ottimisti che i pessimisti di questa città c’è: le nostre infrastrutture non reggerebbero. “Non oso neanche immaginare cosa succederebbe se ci fosse un terremoto. Indipendentemente dall’intensità della magnitudo ho veramente paura che venga giù tutta la città, come del resto è già successo in passato“.

Perché credete che crollerebbe una città con un terremoto? Anche qui, la risposta è uguale per tutti: “Le nostre infrastrutture, oltre ad essere vecchie, non sono neanche vagamente antisismiche” infatti “la maggior parte delle nostre strutture, ospedali compresi, sono state costruite nel dopoguerra, negli anni 60, quando le norme antisismiche erano molto più blande“.

La fiducia è, ancora una volta, pari a zero, ed insieme alla paura cresce un altro sentimento: “la rabbia. La rabbia perché mi fa effetto sapere che in Giappone ci sono continue scosse, molto più forti e che, essendo un paese moderno ed evoluto, non succede quasi nulla. Qui, e non mi riferisco solo alla Sicilia, con un magnitudo 5, o anche meno, crolla un paese“.