CATANIA – Identificati a Catania i due giovani accusati di tentata rapina ai danni di una guardia giurata.
Tentata rapina ai danni di una guardia giurata
Negli scorsi giorni, a seguito di indagini coordinate da questa Procura Distrettuale della Repubblica, la Squadra Mobile di Catania ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura custodiale, emessa in data 4 novembre dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei confronti di Carmelo Bonaccorso, di 33 anni, e Santo Musumeci, di 28 anni, su cui grava l’accusa di tentata rapina, aggravata dal coinvolgimento di più persone riunite.
Le indagini, coordinate da quest’Ufficio ed eseguite dalla Squadra Mobile di Catania, hanno permesso di acquisire, allo stato degli atti e in relazione ad una fase processuale che non ha ancora consentito l’intervento delle difese e valendo dunque la presunzione d’innocenza, elementi indiziari che dimostrerebbero il coinvolgimento degli indagati nel grave episodio di azione predatoria commessa ai danni di una guardia giurata.
Le attività investigative hanno consentito di ricostruire a livello indiziario la dinamica dei fatti. Gli indagati, dopo essersi affiancati al motociclo condotto da una guardia giurata, avrebbero fatto cadere quest’ultimo e, infine, intimato – minacciandolo di morte – di consegnare loro l’arma d’ordinanza.
Vano però il tentativo dei due soggetti, sia per la reazione della persona offesa, sia per il pronto intervento di una pattuglia, casualmente presente nella vicinanze. I due però sono riusciti a fuggire nonostante fossero stati bloccati dagli agenti, all’interno del quartiere San Berillo Vecchio.
L’identificazione dei due indagati
Le ulteriori indagini, basate sul racconto dalla vittima e sull’analisi dei filmati registrati dai sistemi di videosorveglianza, hanno permesso di risalire all’identità dei due indagati e di raccogliere utili indizi, basandosi anche su accertamenti riguardanti il modello e la targa del motociclo utilizzato durante la tentata rapina, nonché gli indumenti indossati dai fuggitivi.
Il provvedimento
In considerazione della gravità del quadro indiziario, il G.I.P., su richiesta del pubblico ministero titolare del relativo fascicolo d’indagine, ha disposto l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere.