CATANIA – Aggiornamenti sull’inchiesta della Procura di Napoli in merito ad appalti truccati tra Campania e Sicilia. E proprio tra queste due regioni, il filo di criminalità si fa sempre più stretto con nuovi dettagli che spostano l’attenzione proprio sull’Isola, a Catania.
Tra i nuovi sospetti sbuca il nome del deputato regionale del Mpa in Sicilia, Giuseppe Castiglione, arrestato nell’ambito dell’inchiesta Mercurio della DDA etnea sulla ‘famiglia’ Santapaola-Ercolano di Cosa Nostra.
Appalti truccati a Catania: SuperEco e Castiglione
Secondo le indagini, Castiglione avrebbe fornito collaborazione per dirottare l’appalto a Catania in favore dei Ciummo di Cassino, titolari della SuperEco srl. L’uomo era all’epoca presidente del consiglio comunale. Nell’inchiesta ricordiamo il coinvolgimento di Nicola Ferraro, condannato in via definitiva per avere ricoperto il ruolo di referente del clan dei Casalesi ed aver truccato il lotto per la raccolta dei rifiuti a Catania da oltre 76 milioni di euro.
“Estraneo alla vicenda”
Tramite il suo difensore Salvatore Pace, Castiglione, “ribadisce la propria totale estraneità alla vicenda” e “l’assoluta fiducia nella magistratura”.
“Non si è mai interessato dell’appalto in questione né, del resto – aggiunge il penalista -. Il suo ruolo, all’epoca dei fatti, gli consentiva di intervenire in alcun modo nella procedura per l’espletamento della gara per l’aggiudicazione dei tre lotti dell’appalto per la raccolta dei rifiuti a Catania“.
Il deputato regionale conferma di avere “incontrato in un’occasione Ciummo. Non ricorda presentatogli da chi”, ma “l’imprenditore non gli fece nessuna richiesta particolare di interessamento. Né Castiglione gli promise alcunché, né chiese, nell’occasione, di avere riservati posti di lavoro”. E, “men che meno, ebbe pressioni o comunque venne indotto a interessarsi dell’appalto in questione da esponenti del clan Santapaola”.