CATANIA – Di seguito le operazioni del giorno effettuate da polizia e carabinieri a Catania e provincia.
Anticrimine Oggi
Sventate 16 truffe
Il Comando Provinciale Carabinieri di Catania ha avviato una significativa campagna di sensibilizzazione contro le truffe, spesso rivolte agli anziani, considerati dai malviventi più vulnerabili. I Carabinieri della provincia etnea hanno intrapreso un percorso di comunicazione rivolto agli anziani e ai loro familiari, essenziali per il loro sostegno in situazioni di difficoltà o pericolo. Questo percorso comprende incontri tenuti dai Comandanti delle Compagnie e delle Stazioni nei centri anziani e nelle chiese prima o dopo le funzioni religiose. Durante gli incontri, che continuano per raggiungere il maggior numero possibile di persone, i militari dell’Arma, appositamente formati, spiegano le modalità operative dei truffatori, che spesso fanno leva sull’emotività delle vittime, prospettando telefonicamente situazioni di difficoltà di un loro parente e chiedendo denaro per risolvere il problema.
Gli incontri si sono svolti a Catania, nelle chiese di via Umberto, Canalicchio e Barriera, e in provincia nelle parrocchie o teatri di Sant’Agata li Battiati, Randazzo, Caltagirone e Acireale. Altri incontri sono previsti in tutta la provincia e in città. Per raggiungere gli anziani costretti a casa, è stata prevista anche un’intervista su una TV locale.
Durante gli incontri, i Carabinieri hanno fornito semplici consigli per evitare le truffe, ricordando che nessuno, nemmeno le Forze dell’Ordine, può chiedere denaro per evitare l’arresto di un familiare o per risolvere le conseguenze di un incidente. Hanno raccomandato di non fornire dati personali a sconosciuti, e soprattutto di chiamare il numero di emergenza “112” in caso di dubbio. Questi consigli si sono rivelati utili, sventando ben 16 tentativi di truffa.
A Pedara, ad esempio, i Carabinieri avevano tenuto un incontro specifico all’inizio del mese. Quando i truffatori hanno cercato di ingannare una coppia di pensionati, raccontando che la loro figlia aveva investito una donna incinta, i pensionati hanno riconosciuto la truffa e interrotto la conversazione. Anche ad Acireale e Aci Castello, sono stati sventati sette tentativi di truffa grazie alla prontezza delle vittime nell’avvertire il pericolo e contattare subito i Carabinieri.
A Sant’Agata Li Battiati, una 79enne ha chiamato i Carabinieri dopo aver riconosciuto una truffa. I militari hanno organizzato una trappola, arrestando un truffatore di 30 anni. A Biancavilla, una 72enne ha evitato una truffa grazie all’intervento della figlia, e i Carabinieri hanno identificato e denunciato i responsabili.
Anche le truffe dello “specchietto rotto” sono state sventate grazie alla scaltrezza delle vittime a Calatabiano e Acireale, dove i truffatori sono stati individuati e denunciati.
La Sezione “cyber investigation” del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania sta indagando su truffe via SMS o WhatsApp, dove i truffatori si spacciano per parenti chiedendo denaro per un nuovo telefono. I Carabinieri ricordano che nessuno può chiedere soldi o gioielli a domicilio. È importante non fornire dati personali o bancari via telefono, chat o e-mail, e contattare immediatamente il 112 in caso di dubbio.
Minaccia di morte l’ex
Tutto è iniziato da una discussione per una porta del frigorifero chiusa male. Separati di fatto ma costretti a collaborare nella gestione di un locale, i due hanno iniziato a litigare durante l’orario di apertura. Lei, una 45enne del posto, ha rimproverato l’uomo, un 39enne di Giarre, per non aver chiuso correttamente lo sportello scorrevole del freezer la sera precedente.
L’uomo ha reagito aggredendola verbalmente. La donna è riuscita a far allontanare sua madre, presente in quel momento, facendola accompagnare a casa da un cliente. Rimasta sola, la vittima ha visto l’uomo far cadere deliberatamente tutto ciò che trovava sul suo passaggio, intimidendo anche i clienti presenti.
L’indifferenza della donna ha infastidito ulteriormente l’uomo che, tornato dal bagno con uno zaino, le ha mostrato una sega manuale da potatura minacciandola: “Ti taglio a pezzi e ti metto nel congelatore“. Poi ha fatto cadere l’espositore delle gomme da masticare e le fatture della contabilità, insultandola pesantemente mentre lei le raccoglieva.
Spaventata, la 45enne si è chiusa nei servizi igienici, dove ha sentito forti rumori di oggetti lanciati. Uscita dal bagno, ha trovato sedie rotte, frutta schiacciata e altri oggetti distrutti. Terrorizzata, è uscita dal bar e ha incontrato un militare dell’Arma in pensione, cliente del locale, che l’ha accompagnata in caserma.
Nel frattempo, un militare della Stazione di Fiumefreddo, fuori servizio e in zona, ha raggiunto rapidamente il locale. Ha trovato il 39enne con segni di una colluttazione. Dalla ricostruzione dei fatti, è emerso che la sorella dell’uomo e il suo fidanzato erano intervenuti durante l’aggressione, e il fidanzato aveva avuto uno scontro violento con il 39enne prima di andarsene con la compagna.
Il 39enne, intento a chiudere l’esercizio, ha avuto scatti d’ira in presenza del Carabiniere, gettando per aria utensili e materiale vario. Poco dopo, sono arrivati i colleghi della stazione di Fiumefreddo che hanno messo in sicurezza l’uomo e perquisito il bar. Nel bagno hanno trovato la sega da potatura manuale usata per minacciare l’ex.
Durante queste fasi, il 39enne ha ripetuto minacce pesanti: “Ora gli do fuoco, tanto il locale è mio, mi potete attaccare, a quella l’ammazzo, le brucio la macchina“.
In caserma, la donna ha raccontato che l’episodio rappresentava solo la punta dell’iceberg di una serie di abusi e richieste di denaro da parte del 39enne. Ha spiegato di essere costretta a subire tali atteggiamenti a causa della gestione comune dell’attività commerciale, nonostante la loro separazione.
I militari hanno sequestrato l’arnese e messo l’uomo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che, convalidato l’arresto, ha disposto la custodia cautelare in carcere nel carcere di Piazza Lanza, dove l’uomo si trova tuttora.
Ricercato trovato alla Civita a fare il muratore
Si era reso irreperibile dallo scorso novembre, quando il Tribunale di Catania aveva emesso un ordine di carcerazione nei suoi confronti, dopo essere stato arrestato mentre spacciava in una “piazza di spaccio” di via Capo Passero. Durante il blitz delle Forze dell’Ordine, il 26enne era stato trovato in possesso di una busta di plastica contenente diversi involucri di cocaina e marijuana, pronti per la vendita al dettaglio. Durante la fuga, aveva tentato di disfarsi di un’altra busta contenente involucri di cocaina, crack e una radio ricetrasmittente, utilizzata dai pusher per gestire le “piazze di spaccio”.
Dopo l’arresto, il pusher era stato posto agli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida. Tuttavia, la mattina dell’udienza, quando le forze dell’ordine si sono recate a casa sua per accompagnarlo in Tribunale, il 26enne non si è fatto trovare, rendendosi irreperibile. Da quel momento, del giovane non si è avuta più nessuna traccia. All’udienza di convalida, celebrata in sua assenza, il Giudice ha convalidato l’arresto e disposto la misura della custodia cautelare in carcere.
I Carabinieri del Nucleo Investigativo, grazie a una approfondita conoscenza del territorio e a una complessa attività investigativa, sono riusciti a localizzare il ricercato. Lo hanno individuato la scorsa mattina all’interno di un appartamento al 5° piano di via Porta di Ferro, nel quartiere Civita, dove stava eseguendo lavori di muratura nell’abitazione del padre. I militari dell’Arma, dopo alcuni servizi di osservazione per monitorare i movimenti del pusher, hanno organizzato un blitz. Quando sono entrati nell’appartamento, il 26enne era intento a verniciare una parete. Bloccato e messo subito in sicurezza, non ha avuto il tempo di reagire o tentare la fuga.
L’uomo è stato arrestato in base alla misura della custodia cautelare in carcere disposta dal Tribunale lo scorso novembre e portato nel carcere di Piazza Lanza.
Controlli in bar e ristoranti
Continua l’azione di controllo degli agenti della Squadra Amministrativa della Questura di Catania, che hanno coordinato una serie di verifiche in diversi esercizi pubblici, sia in città che in provincia, per assicurarsi del rispetto delle normative vigenti a tutela della sicurezza e della salute dei cittadini.
Questi accertamenti, condotti in osservanza delle disposizioni impartite con ordinanza dal Questore di Catania, mirano a verificare l’osservanza delle leggi in materia di esercizi pubblici, la cui gestione richiede licenza o autorizzazione comunale.
In particolare, l’attenzione dei poliziotti in provincia si è rivolta a un locale di Viagrande, che è stato sanzionato per 3.000 euro a causa delle violazioni delle prescrizioni igienico-sanitarie, strutturali e per il mancato aggiornamento HACCP.
Nel medesimo esercizio pubblico, l’Ispettorato del lavoro ha riscontrato la presenza di lavoratori in nero, motivo per cui è stata comminata una sanzione amministrativa di 2.500 euro. È stata inoltre disposta la sospensione dell’attività dal giorno successivo, in caso di mancata regolarizzazione dei lavoratori.
Ulteriori irregolarità sono emerse dal controllo di un locale a Trecastagni. Sono stati rinvenuti diversi alimenti non idonei al consumo umano per alterazione delle caratteristiche organolettiche e scadenza del termine minimo di conservazione. Di conseguenza, sono stati sequestrati 2,7 chilogrammi di salumi, due litri di latte e 13,5 chilogrammi di burro. Il personale dello Spresal ha inoltre rilevato due criticità di natura penale legate a violazioni della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Gli agenti della Squadra Amministrativa della Questura hanno anche contravvenzionato il titolare per l’ampliamento non autorizzato dell’area di somministrazione.
L’inseguimento per le vie di San Cristoforo
Alla vista della paletta d’ordinanza, un settantenne catanese, pluripregiudicato, non si è fermato all’alt degli agenti del Commissariato “San Cristoforo”. Con la sua auto, una grossa e potente cilindrata, ha tentato di fuggire ad alta velocità, mettendo in serio pericolo gli altri automobilisti.
Il fatto è avvenuto nel pomeriggio, in via Cristoforo Colombo, durante un normale posto di controllo effettuato dalla volante nell’ambito dei servizi di controllo del territorio.
Dopo un rocambolesco inseguimento, che fortunatamente non ha coinvolto altri veicoli, l’uomo è stato bloccato in via Officina Ferroviaria.
Il settantenne ha diversi precedenti, inclusi reati per associazione per delinquere di stampo mafioso. Per quanto accaduto, è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per resistenza a pubblico ufficiale e ha ricevuto diverse contestazioni per violazione del Codice della Strada. Inoltre, l’auto, risultata priva di copertura assicurativa, è stata sequestrata.
Sospeso un bar di San Cristoforo
Il Questore di Catania ha disposto la sospensione dell’attività e la chiusura per sette giorni di un bar-internet point nella zona di San Cristoforo, in base all’art. 100 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS), per garantire l’ordine e la sicurezza dei cittadini.
Gli agenti del Commissariato “Centrale” hanno eseguito il provvedimento nel pomeriggio di ieri. La decisione è stata presa a seguito di diversi controlli effettuati dal personale del Commissariato San Cristoforo, durante i quali è stata riscontrata la presenza abituale di clienti con precedenti di polizia.
Conclusa l’attività istruttoria della Divisione di Polizia Amministrativa, il Questore ha disposto la sospensione temporanea dell’attività commerciale e l’apposizione dei sigilli, sfruttando la normativa che permette la chiusura momentanea di un esercizio pubblico frequentato abitualmente da persone pregiudicate. Questa misura è volta a garantire la sicurezza della comunità e a tutelare le attività economiche che rispettano le regole. Inoltre, l’art. 100 del TULPS ha un effetto dissuasivo nei confronti dei soggetti pericolosi, avvisandoli che la loro presenza in tali luoghi è monitorata dalle autorità.
Le operazioni di controllo negli esercizi pubblici proseguiranno anche nei prossimi giorni.