Succede a Catania e provincia: 28 maggio POMERIGGIO

Succede a Catania e provincia: 28 maggio POMERIGGIO

CATANIA – Ecco le operazioni condotte nelle ultime ore da polizia e carabinieri a Catania e provincia:

  • i carabinieri della compagnia di Catania Fontanarossa nel quartiere catanese di San Leone, coadiuvati dai colleghi del Reggimento “Sicilia”, hanno svolto un servizio a largo raggio finalizzato al contrasto della criminalità in genere. In particolare, nell’ambito della medesima attività, i carabinieri della Stazione di Catania Nesima hanno arrestato un catanese 38enne, poiché ritenuto responsabile di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. I militari della Stazione avevano già svolto un’attività info investigativa sul soggetto che risultava essere un attivissimo spacciatore di droga e pertanto, effettuati i preliminari accertamenti, si sono presentati nella sua abitazione di corso Duca d’Aosta per eseguire una perquisizione domiciliare. Ricerca che è stata fruttuosa avendo loro consentito di trovare in due scatole, occultate separatamente nella stanza da letto, 70 grammi circa di marijuana, una pietra di cocaina del peso di circa 20 grammi, un bilancino di precisione e la somma di 475 euro, ritenuta provento dell’attività di spaccio. Il più ampio servizio realizzato dai militari in quella zona, invece, è stato finalizzato alla verifica del rispetto delle prescrizioni imposte a 66 detenuti agli arresti domiciliari, nonché a garantire il rispetto delle norme del Codice della Strada da parte degli utenti della strada. Sono state identificate 33 persone e controllati 28 autoveicoli con conseguente applicazione di 11 sanzioni amministrative per le più svariate motivazioni che spaziano dalla guida senza patente, alla mancata revisione del veicolo o anche all’uso del telefono cellulare durante la guida.

  • i carabinieri della Stazione di Trecastagni hanno arrestato un 53enne del posto, ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. Nel pomeriggio al 112 era pervenuta una telefonata da parte di un residente nel quartiere dei Saponari, che avvertiva l’operatore di una lite in famiglia e delle verosimili percosse che stava subendo una donna all’interno dell’abitazione familiare. Effettivamente i carabinieri giunti sul posto, sfruttando il contestuale arrivo del figlio della coppia, anch’egli accorso, erano entrati all’interno dell’abitazione trovando la donna, di 48 anni, che si lamentava per il dolore per i colpi subiti alla testa inferti dal marito e quest’ultimo invece che, con un atteggiamento apparentemente impassibile, non solo respingeva le accuse della consorte ma, addirittura, controbatteva asserendo d’esser stato invece lui oggetto di violenza da parte della moglie. Situazione apparentemente paradossale che, poi, come gli accertamenti dei militari hanno acclarato, era soltanto l’ennesima manifestazione di un mènage familiare che vedeva la donna spesso oggetto delle intemperanze del marito, che le rimproverava “addirittura” di voler uscire da casa anche per una semplice passeggiata. Marito e moglie sono stati quindi portati in Caserma dove quest’ultima è stata anche visitata dal medico di guardia, il quale le ha diagnosticato “ecchimosi alla regione dorsale del polso e del braccio sinistro, algie alla regione laterale sinistra, del collo con limitazione funzionale dei movimenti di flesso estensione e rotazione del capo” con relativa prognosi di 5 giorni. La coppia, che ha due figli, da tempo ha avviato l’iter per la separazione ma la donna, nelle more, aveva tentato di guadagnarsi l’agognata autonomia lavorando come badante ma, poi, per l’esiguità dei guadagni che non le consentivano di vivere autonomamente, era rientrata a casa con il marito pur consapevole che forse avrebbe continuato a subire insulti e botte. L’uomo pertanto, come disposto dall’autorità giudiziaria, è stato inizialmente collocato in stato di arresto nell’abitazione della figlia, successivamente convalidato con divieto di avvicinamento all’abitazione della vittima;

 

  • i carabinieri della compagnia di Caltagirone nel quadro delle attività consequenziali all’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare dello scorso 25 maggio, emesse dalla procura calatina nell’ambito dell’operazione “Requiem, hanno aggiunto ulteriori elementi di responsabilità penale a carico del 46enne Massimiliano IndigenoL’uomo infatti, capo e cassiere dell’organizzazione che mirava a gestire il controllo dei degenti non deambulanti attraverso l’ONLUS a lui riconducibile, deteneva senza averne alcun titolo munizioni per armi da fuoco nascondendole non solo all’interno della propria abitazione ma, addirittura, all’interno di una delle ambulanze che era adibita al trasporto dei pazientiParticolare curiosità ha suscitato ai militari l’atipicità delle 35 cartucce trovate, aventi calibro 6,5×52 e 7,92×57, destinato quindi ad un utilizzo su un’arma lunga. All’arrestato, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Caltagirone ha contestato la minaccia e violenza a pubblico ufficiale, perché responsabile di gravi minacce e di un’aggressione fisica a un caposala del Pronto Soccorso dell’ospedale Gravina e Santo Pietro che in un’occasione, in ottemperanza alle limitazioni imposte per il contrasto all’epidemia da Covid-19, aveva soltanto chiesto all’indigeno di uscire da quei locali del nosocomio;

 

  • i carabinieri della Compagnia di Randazzo, coadiuvati dai colleghi del 12° Reggimento “Sicilia” e di personale della Guardia di Finanza, hanno realizzato un servizio di controllo straordinario nel comprensorio del comune di BronteL’attività ha avuto come finalità anche l’osservanza da parte degli utenti della strada alle norme del Codice della Strada, con la conseguente identificazione di 33 persone e il controllo di 25 autoveicoli di cui 4 sottoposti a perquisizione. È proprio in questo contesto operativo che i militari hanno denunciato alla Procura della Repubblica del Tribunale dei Minorenni di Catania un 15enne brontese, responsabile di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccioQuest’ultimo infatti, fermato in via Tagliamento mentre si trovava a bordo di un’auto insieme a un suo amico 21enne, anch’egli del posto, è stato subito tradito dall’emozione immediatamente notata dai militari che hanno proceduto ad un’ispezione più accurata. La perquisizione personale sul minorenne ha infatti poi permesso di trovare 5 dosi di marijuana, già confezionate per la vendita al minuto, nascoste all’interno delle tasche dei pantaloni;

 

  • i militari della Stazione di Bronte, infine, hanno denunciato all’autorità giudiziaria un 27enne del posto per furto di energia elettrica in quanto, coadiuvati da tecnici della E-Distribuzione, hanno verificato l’allaccio abusivo che l’uomo aveva realizzato collegando la propria azienda agricola alla rete pubblica;

 

  • i carabinieri della Stazione di Santa Maria di Licodia, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Reopubblica del Tribunale di Termini Imerese, hanno arrestato il 57enne Giuseppe Bonsignore, del posto. L’uomo, che dovrà espiare la pena di 2 anni di reclusione in relazione al reato di furto aggravato commesso in Termini Imerese (Palermo) nel maggio del 2011, come disposto dall’autorità giudiziaria è stato posto agli arresti domiciliari nella propria abitazione;

Giuseppe Bonsignore, 57enne

  • il personale del Commissariato di Caltagirone, supportato da colleghi del Reparto Prevenzione Crimine “Sicilia Orientale” ha proceduto a una perquisizione locale, che ha portato al sequestro di 860 grammi di marijuana e di un bilancino di precisioneLa perquisizione è stata effettuata nell’abitazione, sita nell’agro di Caltagirone, di un cittadino italiano di origine tunisina A.M. di 33 anni, il quale nonostante la notevole quantità di sostanza stupefacente trovata, dichiarava di detenerla solo per uso personaleAl termine delle operazioni di rito, il soggetto per via del proprio stato di invalidità, è stato sottoposto agli arresti domiciliari a disposizione dell’autorità giudiziaria operante;

 

  • personale del Commissariato centrale, nell’ambito dei servizi specifici finalizzati al contrasto dei furti di energia elettrica, ha denunciato all’autorità giudiziaria 7 persone per furto aggravatoNello specifico, il personale operante, con l’ausilio dei tecnici dell’ENEL, ha accertato che un intero stabile in via Testulla, nel noto quartiere di San Cristoforo, era connesso illecitamente alla rete pubblica di fornitura di energia elettrica, mediante collegamenti abilmente mascherati da opere murarie. Gli utilizzatori, oltre ad annoverare diversi precedenti penali, erano totalmente sprovvisti dei regolari contratti di fornitura del servizio e, noncuranti di tutto ciò, avevano predisposto la fornitura dell’energia elettrica pure all’interno di una stalla;

 

  • i poliziotti del Commissariato Librino hanno eseguito controlli straordinari volti a contrastare l’illegalità diffusa nel quartiere di competenza. Particolare rilievo assume l’attività effettuata in viale Castagnola 12 dove, a seguito di mirati accertamenti, 7 soggetti sono stati indagati in stato di libertà per furto di energia elettrica, uno dei quali ritenuto responsabile anche del reato di occupazione illegale di un immobile di proprietà dell’Istituto Autonomo Case Popolari; in un caso è stato appurato che il contatore dell’Enel era ancora intestato a una persona deceduta da circa 10 anni. Durante le operazioni è stata scoperta una carrozzeria abusiva e sono state individuate 3 auto sulla pubblica via prive di assicurazione e, ancora, a un pluripregiudicato è stato contestato l’uso personale di marijuana con relativo sequestro amministrativo della sostanza stupefacente; inoltre, sono state trovate e disattivate telecamere illegali poste sulla pubblica via. Sul posto è intervenuto personale dell’unità cinofila antidroga e dell’Enel;

 

  • i poliziotti del Commissariato Librino sono stati eseguiti ulteriori controlli a tutela della salute pubblica e del sito protetto dell’Oasi del Simeto; a tal riguardo, il titolare di un’attività commerciale ubicata in via Zia Lisa è stato indagato in stato di libertà per il reato di invasione di terreno pubblico, ciò in quanto, senza autorizzazione, aveva occupato il marciapiede a tal punto da non consentirne il transito ai pedoni e, di fatto, creando problemi alla circolazione stradale. Circostanza di rilievo è che sul marciapiede aveva accatastato anche l’attrezzatura da lavoro e un ingente quantitativo di bancali di acqua e altri alimenti deperibili, il tutto esposto al sole per lungo tempo, con conseguente rischio per la salute pubblica. In relazione al sito protetto dell’Oasi del Simeto, insieme al personale addetto alla vigilanza delle Riserve Naturali, sono state effettuate diverse sanzioni previste dal codice della Strada e contestate due violazioni per avere eseguito lavori edili in assenza del prescritto nulla osta dell’ente gestore dell’area protetta;

 

  • i poliziotti del Commissariato Librino hanno conseguito i seguenti risultati: V.G. di 64 anni è stato sottoposto alla detenzione domiciliare a seguito di sentenza di condanna; un pluripregiudicato è stato indagato in stato di libertà per il reato di evasione; un 27enne per il reato di truffa; un 56enne per danneggiamento; un 44enne per il reato di violazione colposa dei doveri inerenti alla custodia di cose sottoposte a sequestro;

 

  • gli agenti del Commissariato di Librino hanno indagato un cittadino di nazionalità Bulgara di 49 anni, pluripregiudicato, in quanto ha utilizzato la patente di guida precedentemente sequestrata penalmente; contestategli anche le violazioni amministrative previste dal Codice della Strada con i relativi fermi amministrativi. Controllati anche diversi soggetti, veicoli e persone sottoposte alla misura restrittiva degli arresti domiciliari. In relazione agli esiti delle citate operazioni e in presenza dei presupposti individuati dalla normativa vigente, verranno informati i competenti enti della Guardia di finanza, Ufficio delle Entrate, Inps e Polizia locale;

 

  • i poliziotti del Commissariato Sezionale Borgo Ognina, hanno indagato i pregiudicati L.A., 31enne e F.A., 33enne, per i reati di truffa e indebito utilizzo di carte di credito. Le indagini prendono le mosse da una querela presentata dalla vittima nei confronti di ignoti. L’uomo, infatti, dopo aver messo in vendita su un sito internet un telefono cellulare, è stato contattato da un fantomatico acquirente che manifestava la volontà di acquistarlo pagandolo mediante accredito della somma richiesta sulla carta di credito del venditore; al tal fine gli forniva precise istruzioni su come ottenere il pagamento. Così, l’ignara vittima, recatasi presso uno sportello bancomat, veniva indotto ad inserire la propria carta di credito e, sotto dettatura telefonica del sedicente acquirente, a digitare alcuni codici sulla tastiera della postazione ATM. Solo al termine delle operazioni, la vittima si accorgeva di essere stato raggirato: infatti, anziché aver ricevuto un accredito, in realtà aveva effettuato 3 ricariche su delle carte Postepay per un importo complessivo di circa 800 euro. L’attività investigativa, espletatasi attraverso accertamenti bancari, ha permesso di ricostruire il flusso di denaro e di rintracciare e denunciare gli autori della truffa, che annoveravano numerosi precedenti per reati della stessa specie.