Studenti in occupazione contro la Provincia: la parola va ai presidi

Studenti in occupazione contro la Provincia: la parola va ai presidi

CATANIA – “Le scuole crollano, noi no!” Strutture scolastiche inadeguate, laboratori adibiti ad aule e tanti altri problemi edilizi incombono sulle scuole superiori di Catania, che in questo periodo sono state occupate dagli studenti come protesta nei confronti della Provincia che da tempo sembra non mandare i fondi necessari alle manutenzioni ordinarie e straordinarie.

Gli studenti dei licei Principe Umberto di Savoia, Emilio Greco e Archimede stanno urlando all’Ente Provincia di non essere più in grado di andare a scuola per vari motivi. Dalla paura che il tetto possa crollare loro addosso allo sconforto di non poter seguire le lezioni in aule adeguate e dotate di strumenti idonei.

Gli appartenenti al movimento Liberi Pensieri Studenteschi, organizzatori delle occupazioni in tutti e tre gli istituti, ci tengono a sottolineare che la protesta non è contro i dirigenti scolastici, bensì contro la Provincia che da tempo non dà risposta alle loro esigenze e sembra non ascoltare i bisogni dei liceali catanesi. Dopo numerosi cortei, che hanno bloccato la città di Catania e hanno annoverato numerosi ‘seguaci’, il silenzio è l’unica risposta proposta dalle istituzioni competenti al grido di aiuto lanciato dai giovani.

Ma cosa ne pensano i dirigenti scolastici? Il dialogo fra gli alunni e i presidi è leale e trasparente. La preside dell’istituto Archimede, Daniela Fortunata Vetri, afferma che “le motivazioni della protesta hanno un valido fondamento. La Provincia non fa fronte alle necessità dei licei catanesi e questo è un fatto innegabile“. Tuttavia, “occupare la struttura è un metodo poco opportuno. A tanti problemi si aggiunge l’ennesimo disservizio che limita il diritto allo studio“.

Anche il dirigente del liceo artistico Emilio Greco, Antonio Alessandro Massimino, ha manifestato il proprio appoggio ai ragazzi per il loro sconforto, sottolineando come loro “vogliono solamente fare scuola“. Anche qui, l’occupazione non è ben vista, eppure il preside afferma: “Capisco la protesta, ognuno si assumerà le proprie responsabilità, ma resta il fatto che la Provincia dovrebbe ascoltare i ragazzi. Viene negata loro la possibilità di svolgere le lezioni in maniera adeguata e con strumenti adatti. Sono stufi e hanno bisogno di essere ascoltati.