Strage di Parigi, amore e preoccupazioni

CATANIA – “La Francia non è dei francesci ma è di chi la ama”: è stata questa la prima frase postata sui social subito dopo gli attacchi di Parigi, dal centro di aggregazione e sviluppo della lingua e cultura francofona, Alliancee Française di Catania, come gesto di solidarietà e cordoglio.

Fondata nel 1883, l’Alliancee Française di Catania, è  riconosciuta a livello nazionale e internazionale, insieme ad altre sedi, come punto di riferimento per i francesi che vengono in italia e per gli italiani che desiderano avvicinarsi alla Francia. Nel mondo è presente attraverso una rete internazionale con sede in 135 paesi distribuiti nei 5 continenti e con circa 1000 associazioni.

Nelle ore successive alla strage, il centro si è subito mobilitato per aiutare chi doveva rientrare in patria o, semplicemente, cercava sostegno. 

La presidente dell’Alliancee Française di Catania, Chiara La Russa, ha così dichiarato: “Siamo un’associazione apolitica e che ha il solo obiettivo di unire le diverse culture e far conoscere la Francia e le sue meraviglie, sia linguistiche sia culturali sia geografiche. Ciò che è accaduto lascia sgomenti e nessuna parola può riempire il dolore che si sta vivendo, ma dalla sofferenza possono generare nuovi e buoni frutti ed è quello che ci impegniamo a fare: continueremo a costruire fratellanza senza differenze di lingua, religione, politica, razza”.

Intanto, l’onorevole Salvo Pogliese, parlamentare europeo di Forza Italia, ha dichiarato: “Il Re è nudo! Dopo l’attacco terroristico di Parigi, l’Europa si scopre fragile ed indifesa. Ora è a tutti evidente che la frontiera europea è un colabrodo incapace di bloccare l’arrivo di terroristi sul nostro territorio”.

E ancora: “Per comprendere quanto siamo vulnerabili basti pensare che mentre la Francia e l’Europa, ancora sconvolte, piangevano le vittime del terrore, proprio ieri a Ragusa sbarcavano immigrati marocchini. Migranti che non hanno i requisiti per ottenere lo status di rifugiati politici e che, a causa della mancanza di accordi sul rimpatrio con lo stato africano, sono liberi di girare per l’Europa con un semplice foglio di via obbligatorio di sette giorni che sarà puntualmente disatteso dai migranti”.

L’europarlamentare spiega come, arrivati a questo punto, indispensabile sarebbe “blindare le frontiere esterne dell’Unione, con controlli stringenti, e predisporre il rimpatrio forzoso di tutti gli immigrati clandestini presenti sul nostro territorio. Abbiamo l’obbligo di agire subito e con determinazione se non vogliamo che le città d’Europa si trasformino in campi di battaglia”.

“L’Europa non può continuare a offrirsi inerme alla marea montante dell’immigrazione clandestina offrendo il sangue dei suoi figli alla follia terroristica”, conclude così Pogliese.