“Strada assassina – Sette storie vere”, la doppia tragedia dei Crisafulli nel libro promosso da Associazione Unitaria Familiari Vittime della Strada

“Strada assassina – Sette storie vere”, la doppia tragedia dei Crisafulli nel libro promosso da Associazione Unitaria Familiari Vittime della Strada

CATANIA –L’asfalto grigio delle nostre strade è colorato di rosso dal sangue della strage continua, quasi sempre degli innocenti che, una società un po’ distratta ma soprattutto insensibile, guarda e passi avanti“.

È questo il contenuto della prefazione del giornalista Dino Frambati al libro “Strada Assassina – Sette Storie Vere”, edito da “Nero su Bianco Editore” e promosso dalle Associazioni “Vittime Della Strada” e “A.U.F.V. Associazione Unitaria Familiari e Vittime ODV”.

Nel mese di settembre è partita ufficialmente la campagna di sensibilizzazione sul tema della sicurezza stradale, con le prime 5mila copie stampate del testo, voluto e promosso dalle predette Associazioni, col fine ultimo di “diminuire il numero di incidenti stradali, ammonendo i conducenti a non mettersi al volante se hanno bevuto o assunto sostanze stupefacenti e, comunque, di rispettare i cartelli stradali, i segnali di stop, ed i semafori, e di tenere comportamenti corretti al volante di una vettura o alla guida di una moto”.

Le storie

Le storie vere su cui è incentrato il testo sono sette e riguardano Mario Grieco di 20 anni, Ciro Modugno di 15 anni, Fabrizio Di Bitetto 21 anni, Maria Dorotea De Sia 25 anni, Salvio Galiero 18 anni, Salvatore Crisafulli 38 anni, e Mimmo Crisafulli di 25 anni.

Vicende accomunate da una fine tragica e un iter processuale giunto ormai al verdetto finale.

Salvatore Crisafulli

Nel libro vengono ricostruite anche la doppia tragedia dei Crisafulli, entrambi avvenuti a Catania a distanza di anni. Parliamo del primo caso eclatante quello di Salvatore Crisafulli, 38enne vittima di incidente stradale avvenuto a Catania l’11 settembre del 2003 rimasto in stato vegetativo, si risvegliò dopo diversi anni, raccontando che sentiva e capiva tutto, durante il suo stato vegetativo, le sue parole in poco tempo fecero il giro del mondo.

Morì 10 anni dopo, nel febbraio del 2013 in attesa che un giudice italiano lo autorizzasse a curarsi con cellule staminali. Salvatore Crisafulli, era stato soprannominato il “Terri Schiavo Italiano“.

La sua incredibile vicenda era stata già raccontata prima, nel libro “Con Gli Occhi Sbarrati”, ed infine nel film “La Voce Negli Occhi”, un capolavoro siciliano censurato, che venne proiettato anche alla Camera Dei Deputati, vincitore di premi sia in Italia, che all’estero.

Mimmo Crisafulli

La seconda storia raccontata su “Strada Assassina” riguarda il nipote dello stesso Salvatore, figlio di Pietro. Domenico Crisafulli meglio conosciuto come “Mimmo“, anche lui vittima di un terribile incidente stradale avvenuto nel quartiere Barriera di Catania, il 6 marzo del 2017.

Aveva 25 anni, ed era padre di due bambini. A differenza dello zio Salvatore, Mimmo morì sul colpo. Vi fu una lunga battaglia giudiziaria, senza che lo stesso abbia ottenuto giustizia in Italia, ed ancora oggi, in attesa di ottenerla presso la Corte Europea di Strasburgo.

Su “Strada Assassina” vi sono importanti riflessioni sulla problematica che ogni anno porta alla morte, in media, di 12 vittime innocenti.

Nello specifico, tra le tante, sono state riportate le dichiarazioni pubbliche di: Papa Francesco, del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, del Vice Presidente del Consiglio e Ministro della Infrastrutture Matteo Salvini.

L’iniziativa

Il progetto è nato da un’idea comune delle Associazioni, incentrata sulla volontà di porre fine alla mattanza sulle strade.

Ancora oggi in Italia la strage avanza silenziosa senza che nessuno riesca a porre un freno al numero sempre crescente di morti. In questo libro sono riportate sette storie vere, ma nella realtà vengono registrate migliaia di vittime innocenti, che muoiono.

Basta Ergastoli del dolore” questa l’atroce frase, riportata nella targa applicata sulla prima panchina bianca inaugurata lo scorso 6 marzo, in piazza Palestro, nel quartiere “Fortino”, di Catania, in memoria di Salvatore, e Mimmo Crisafulli, e di tutte le vittime innocenti uccisi sulle strade.