St Microelectronics: cassa integrazione “a sorpresa” per 2.200 lavoratori

CATANIA – Prima hanno chiesto ai lavoratori di consumare dieci giorni di ferie, poi l’azienda è passata a chiedere la cassa integrazione ordinaria. Brutte notizie per 2.200 lavoratori della St Microelectronics di Catania. Dopo un faccia a faccia tra i vertici catanesi del sito produttivo della zona industriale e le rsu del sindacato unitario, la notizia è oramai ufficiale: la St dichiara un calo produttivo trasversale su svariate tecnologie e reagisce così alla crisi. Un problema momentaneo?

Risponde il segretario generale della Fiom Cgil di Catania, Stefano Materia: “L’azienda avrebbe potuto ridurre e modulare come da proposta sindacale il monte dei giorni di ferie di cui non tutti avevano disponibilità, invece ha preferito ricorrere alla cassa integrazione. Il nostro timore è che dietro questa scelta ci sia un problema industriale molto più grande e che spegnendo le macchine per una crisi momentanea oggi, si finisca per non riaccenderle domani. E far saltare gli investimenti per il Modulo 9“.

Intanto, l’annuncio della crisi della St nel settore digitale in Francia, ha suscitato le reazioni del governo francese che ha reagito prontamente. Il destino dei lavoratori catanesi potrebbe dipendere anche dalle scelte politiche e imprenditoriali d’Oltralpe. I dipendenti St potrebbero, in assenza di adeguate risposte da parte del governo italiano, azionista insieme ai francesi del pacchetto di maggioranza delle azioni, pagare le conseguenze proprio nel sito etneo. 

Sulla vicenda entra in campo anche il coordinatore nazionale Microelettronica dell’Ugl, nonchè segretario provinciale dell’Ugl metalmeccanici di Catania Angelo Mazzeo: “La volontà di ST Microelectronics di chiedere la cassa integrazione per calo produttivo per oltre duemila lavoratori, fra diretti e indiretti, non fa altro che confermare le nostre preoccupazioni”.

Oggi Mazzeo ha avuto un incontro con l’azienda, e ha precisato che la cassa integrazione sarebbe prevista per il periodo dal 12 ottobre al 31 dicembre, a rotazione”.

Quello che ci preoccupa fortemente – prosegue il sindacalista – è il segnale che la società sta mandando in un momento in cui, invece, il comparto dei semiconduttori sta vivendo una fase espansiva a livello mondiale. Alla richiesta di cig si unisce infatti la decisione di far slittare di un anno, quindi al 2018, l’apertura della nuova piattaforma ad alto contenuto tecnologico M9: non vorremmo che StM, contrariamente agli accordi presi in passato, voglia depotenziare il sito di Catania”.

Ci auguriamo che – conclude il sindacalista – siano forniti presto chiarimenti sul futuro, al fine di evitare che l’importante patrimonio professionale e produttivo dell’azienda, che ha contribuito a valorizzare il ‘distretto dell’Etna Valley’, venga disperso”.