CATANIA – Continuano le indagini sulla sparatoria di Nesima. La Procura di Catania ha emesso un decreto di fermo di indiziato di reato nei confronti di Giovanni Pasqualino Di Benedetto, 27 anni, per l’omicidio di Kastriot Ismailaj e al tentato omicidio di L.C. Si sospetta anche il coinvolgimento di Di Benedetto nei reati di porto e detenzione illegale di armi.
Le indagini sulla sparatoria di Nesima
Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Catania sotto il coordinamento della Procura, hanno raccolto elementi che indicano Di Benedetto, in collaborazione con altri, come l’autore degli omicidi e del tentato omicidio. Questi elementi sono ancora oggetto di valutazione processuale e le difese non hanno ancora avuto modo di intervenire.
Le indagini sono partite da una segnalazione pervenuta il 30 giugno presso la Sala Operativa della Questura di Catania. Riferiva di spari e del ferimento di due persone. Sul luogo sono intervenuti agenti della Squadra Mobile e specialisti del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica. Durante l’ispezione della zona, sono stati rinvenuti una pistola semiautomatica calibro 38, tre bossoli e cinque proiettili dello stesso calibro.
Di Benedetto è già condannato per rapina aggravata, estorsione e furto, e attualmente sottoposto a misura alternativa dell’affidamento in prova ai servizi sociali. Dalle prime ricostruzioni, è emerso che potrebbe essere responsabile degli spari che hanno causato la morte dell’uomo di origine albanese, avvenuta in ospedale nei giorni successivi alla sparatoria, e del ferimento del cittadino italiano L.C. L’azione si è interrotta a causa del malfunzionamento dell’arma e della reazione della vittima, che è caduta dal balcone dell’appartamento dove si sono verificati i fatti, subendo ulteriori lesioni.
La ricerca del movente che ha scatenato la sparatoria
Dopo l’omicidio e il tentato omicidio, Di Benedetto si è dato alla fuga, rendendosi irreperibile e determinando così la necessità del suo fermo. Le indagini continuano per scoprire le motivazioni di questa spietata azione omicidiaria legata a attività illegali. Sono state raccolte testimonianze dai residenti e analizzate immagini delle telecamere di sorveglianza. L’obiettivo è ricostruire gli eventi precedenti al crimine, fin dal momento in cui le vittime sono arrivate in via Cantone Santo 10.
Di Benedetto è stato fermato e portato negli uffici della Squadra Mobile di Catania, poi trasferito alla Casa Circondariale di “Piazza Lanza”. Le prove raccolte hanno convinto la Procura a richiedere e ottenere la convalida del fermo e l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere.