CATANIA – Nelle giornate dell’1 luglio e del 3 luglio 2023, la Procura Distrettuale della Repubblica di Catania ha emesso un decreto di fermo di indiziato di reato nei confronti di Giovanni Pasqualino Di Benedetto (27 anni), Antonino Castelli (33 anni) e Pasqualino Ranno (29 anni) per l’omicidio del cittadino albanese I. K. e il tentato omicidio di L.C., nonché per il possesso illegale di armi da fuoco.
Sparatoria a Nesima: le indagini e la ricostruzione di quanto accaduto
Le indagini, coordinate dalla Procura e condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Catania, hanno fornito elementi che indicano Di Benedetto come l’autore dell’omicidio in collaborazione con Castelli e Ranno, nonché il responsabile del tentato omicidio nei confronti di un altro cittadino italiano che è attualmente in ospedale.
Dopo una segnalazione pervenuta il 30 giugno alle 13:19 presso la Sala Operativa della Questura di Catania riguardante una sparatoria e il ferimento di due persone, gli investigatori hanno avviato le indagini utilizzando approcci tradizionali e tecnici.
Gli agenti della Squadra Mobile e gli esperti del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica hanno effettuato ispezioni sul luogo del crimine e hanno recuperato due proiettili, una pistola semiautomatica calibro 38, tre bossoli e tre cartucce dello stesso calibro.
Dalle prime ricostruzioni, è emerso che Di Benedetto, che aveva precedenti penali per reati contro il patrimonio e la persona e che era sottoposto a una misura alternativa di affidamento in prova ai servizi sociali, avrebbe sparato un colpo che ha ucciso l’albanese I.K. e avrebbe ferito l’italiano L.C. con un altro colpo di arma da fuoco. Tuttavia, un malfunzionamento dell’arma e la reazione disperata della vittima hanno impedito il completamento dell’azione, consentendo alla vittima di sfuggire saltando dal balcone dell’appartamento al secondo piano, luogo in cui si è verificato l’evento.
La pista Di Benedetto per poi scoprire gli altri responsabili
Inizialmente, le indagini si sono concentrate su Di Benedetto, che si era allontanato immediatamente dal luogo del crimine, rendendosi irreperibile. Pertanto, la Procura ha emesso un provvedimento di fermo nei suoi confronti il 1° luglio 2023. Successivamente, gli investigatori hanno individuato indizi simili che coinvolgevano Castelli e Ranno e hanno constatato che entrambi erano latitanti. Di conseguenza, è stata emessa un decreto di fermo nei loro confronti il 3 luglio. La Squadra Mobile ha eseguito il fermo durante la notte tra il 3 e il 4 luglio, dopo intense ricerche condotte dalla Polizia di Stato nei luoghi in cui potevano trovarsi. Il Giudice per le indagini preliminari ha convalidato i fermi e ha disposto la custodia cautelare in carcere per tutti e tre gli indagati.
Le indagini sono ancora in corso e sono supportate dalle testimonianze dei residenti della zona e dalle immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nei luoghi circostanti in Via Cantone Santo n.10. L’obiettivo è chiarire la dinamica del crimine e le possibili motivazioni, probabilmente legate ad attività illecite, per rafforzare ulteriormente le prove a carico degli indagati.