CATANIA – Su delega della Procura Distrettuale della Repubblica etnea, i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale etneo nei confronti di 4 soggetti, ritenuti intranei al Clan Cappello, a seguito della sentenza di condanna di 1° grado – con rito abbreviato – resa in ordine ai reati di “tentato omicidio in concorso” ai danni di Martino Carmelo Sanfilippo e Rosario Viglianesi e “detenzione e porto in luogo pubblico” di almeno due pistole cal. 7,65.
Gli arresti e le condanne
In particolare, il provvedimento ha visto come destinatari:
- Rocco Ferrara, 44 anni, condannato a 16 anni e 8 mesi di reclusione;
- Riccardo Pedicone, 42 anni, condannato a 14 anni, 6 mesi e 10 giorni di reclusione;
- Gioacchino Spampinato, 45 anni, condannato a 14 anni, 3 mesi e 10 giorni di reclusione;
- Luciano Tudisco, 29 anni, condannato a 14 anni di reclusione e già detenuto per altra causa.
La sparatoria a Librino
L’odierno provvedimento costituisce lo sviluppo giudiziario dei gravissimi fatti di sangue avvenuti a Catania in data 8 agosto 2020 e disvelati nel corso dell’indagine “Centauri”, quando un nutrito gruppo di soggetti, costituito sia da semplici affiliati che da esponenti di vertice delle organizzazioni mafiose dei Cursoti Milanesi e del Clan Cappello, ha deciso deliberatamente di affrontarsi in armi sulla pubblica via, causando due morti e diversi feriti.
Esito che poteva essere ben più grave se si considera che il gravissimo episodio si è verificato nelle ore serali del mese estivo di agosto e soprattutto nel popoloso quartiere di Librino, nei pressi di un comparto abitativo caratterizzato da un’elevata densità popolare ove i residenti sono soliti stazionare su suolo pubblico.
Durante le fasi di rintraccio dei predetti soggetti, Rocco Ferrara ha tentato di sottrarsi alla cattura, scappando sui tetti del complesso residenziale di edilizia popolare di viale Moncada (quartiere Librino). Tuttavia, l’articolato dispositivo di cinturazione dell’area, ha consentito di localizzare nell’immediatezza il fuggitivo in un appartamento dello stesso quartiere, riconducibile ad un pregiudicato.
I tre arrestati in libertà sono stati rinchiusi nel carcere di Catania-Bicocca.