CATANIA – Il sovraindebitamento è una piaga comune a non pochi cittadini, purtroppo, che non riescono a far fronte agli impegni finanziari.
Dalla parte dei cittadini in difficoltà si schiera anche la Cgil. Ne abbiamo parlato con Rosaria Leonardi, sindacalista Cgil.
Da cosa deriva il sovraindebitamento?
“La situazione sociale ed economica che si è venuta a creare negli ultimi anni, soprattutto dal 2008 con la crisi finanziaria, ha portato molte persone in condizioni di non poter ottemperare agli impegni finanziari presi. In molti hanno anche proceduto a fare dei prestiti dalle finanziarie che hanno tassi di interesse vicini all’anatocismo, quasi da usurai“.
Come si sta muovendo il sindacato per essere vicino ai cittadini?
“Abbiamo fatto una convenzione con l’associazione ‘I Diritti del Debitore‘ e aperto sportelli in alcune sedi a Catania e altre ad Acireale, Giarre e Adrano. Si tratta di una prima fase sperimentale, perché la legge è del 2012 e ne dobbiamo valutare l’efficacia. Siamo fortemente convinti della validità e dell’importanza di questa legge, perché intende aiutare le persone in difficoltà, non i furbi che non vogliono pagare per disonestà concettuale. Siamo dalla parte delle persone che hanno tutte le serie intenzioni di rispettare i loro impegni e che non possono farlo per problemi indipendenti alla loro stessa volontà”.
A chi sono rivolti i vostri servizi?
“Al momento ci stiamo rivolgendo alle famiglie. I dati parlano chiaro: il 60% delle famiglie catanesi versa in condizione di indebitamento e sovraindebitamento. Ogni giorno constatiamo la difficoltà di queste famiglie. Abbiamo, quindi, creato questi sportelli e dato vita a questa convenzione per offrire un servizio in più ai nostri lavoratori e a tutti i cittadini che si trovano in questa difficoltà. Siamo fiduciosi dell’aiuto che si può dare grazie all’applicazione della legge”
In cosa consiste nello specifico il vostro aiuto?
“La persona che si rivolge a noi ottiene, innanzitutto, una definizione della propria situazione debitoria. I nostri sportelli servono anche da filtro, dal momento che non tutte le persone indebitate possono accedere a questa procedura del piano di ristrutturazione del debito. Infatti, uno dei requisiti richiesti è di possedere un reddito”.
Cosa succede quando una persona soddisfa tutti i requisiti per usufruire della procedura?
“Quando decidiamo che la persona possiede tutti gli standard di riferimento per procedere a un piano di ristrutturazione del debito, ci facciamo carico della pratica e la trasmettiamo all’associazione ‘I diritti del Debitore’ che segue il consumatore nel processo che verrà messo in atto sulla base della legge 3 del 2012. La creazione dell’Organismo di Composizione della Crisi ci ha agevolato perché ci garantisce un percorso più veloce, ma anche più sicuro perché in mano a professionisti esperti, che conoscono bene i temi del fisco, bancari ed economici”.
Cosa è fondamentale per far sì che le persone decidano di rivolgersi a voi?
“Un aspetto fondamentale per l’avvio di azioni legali sulla base della legge 3 del 2012 riguardano il fatto che la gente ha vergogna ad affrontare questi argomenti, non si lascia andare facilmente. Accade, soprattutto, nei piccoli comuni: abbiamo già una differenza di utenza tra lo sportello di Catania e quello degli altri comuni. Essendo anche una procedura nuova, molti non credono di poterne uscire. Bisogna, quindi, fare un lavoro anche di fidelizzazione e incoraggiamento. Con le sentenze la legge può sperare bene: parliamo di solito di un abbattimento fino al 40%, e della possibilità di spalmare il debito in un periodo di anni maggiore, creando una forma di respiro nei confronti di queste famiglie in difficoltà. Cerchiamo di aiutarli concretamente, sperando di evitare che cadano nelle mani degli usurai”.
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