Sovraindebitamento, Alessandro: “La norma esiste ma l’Agenzia delle Entrate si rifiuta di applicarla”

CATANIA – La crisi finanziaria continua purtroppo a mietere vittime tra imprenditori e cittadini che si ritrovano nella posizione di non riuscire più a pagare i propri debiti.

Per far fronte a questa emergenza, nel 2012 venne approvata una legge sul sovraindebitamento, ancora poco conosciuta. Ne abbiamo parlato con Salvatore Alessandro, presidente dell’associazione “I Diritti del Debitore” e responsabile dell’Organismo di Composizione della Crisi del Comune di Acireale.

Cosa si intende per sovraindebitamento?

SI tratta di una situazione di difficoltà delle famiglie e delle imprese che a causa di una crisi, o della crisi finanziaria, non riescono più a pagare le proprie rate di debito.

Cosa può fare chi si ritrova in questa situazione?

C’è la possibilità di fare una richiesta al Tribunale e di vedersi diminuiti i propri debiti fino a renderli compatibili con il reddito che percepiscono.

Di cosa si occupa la vostra associazione e quali sono le procedure previste?

Prepariamo piani di ristrutturazione del debito per le famiglie e per le aziende. Per quanto riguarda le procedure si fa un’istanza all’Organismo di Composizione della Crisi di Acireale, successivamente  l’organismo nomina un  gestore della crisi, il quale predispone il piano. L’organismo è formato da 17 professionisti, fra avvocati e commercialisti,  che predispongono il piano che prevede la riduzione dei debiti, compresi quelli fiscali oltre che bancari e finanziari. Successivamente si presenta il ricorso al Tribunale e il magistrato valuta se omologare o meno il piano

La legge 3/2012, la cosiddetta “salva suicidi”, si sta rivelando uno strumento utile a far fronte a questa emergenza? 

La legge del 2012 è ancora poco conosciuta, ma già ci sono tantissime sentenze in favore delle famiglie, principalmente emesse dal Tribunale di Catania, il primo in Italia ad emettere sentenze di questo tipo in favore delle famiglie. Sulle famiglie c’è già tantissimo, sulle aziende c’è molto poco perché, a differenza delle famiglie, dove i debiti sono principalmente bancari o finanziari, nelle aziende il debito è essenzialmente fiscale. Mi riferisco alle aziende non soggette a procedure fallimentari, ma anche al terzo settore (cooperative, enti pubblici o misti, assistenza agli anziani, ecc.).

Cosa mette in ginocchio le aziende de terzo settore?

Le strutture del terzo settore da un lato si sono viste ridurre i contributi, dall’altro sono costrette a fare fronte agli impegni e agli obblighi che hanno. Quando le strutture non ce la fanno più a far fronte agli obblighi, rinviano i pagamenti fiscali, perché da un lato lo Stato non li paga, dall’altro vuole essere pagato.

Qual è il principale problema per le aziende?

Se per le famiglie basta il convincimento del magistrato, per le aziende e il terzo settore l’abbattimento dei debiti necessita dell’approvazione dell’Agenzia delle Entrate. Il problema principale delle aziende è proprio il Fisco, che non risponde. Quando presentiamo le proposte per diminuire il debito, per renderlo compatibile con l’azienda, dall’Agenzia delle Entrate rispondono, prima ancora di sapere qual è l’offerta per pagare il debito, che sono contrari a prescindere. Questa contrarietà non dipende dal debito, né dall’offerta,. Nonostante la norma dello stato per l’abbattimento, l’Agenzia delle Entrate è contraria a prescindere. La responsabilità è dei burocrati che si rifiutano di assumere una responsabilità sulla scelta. Senza considerare la disperazione che assale chi si ritrova a non poter pagare i propri debiti e finisce per sbattere contro il muro di gomma dello Stato, che da un lato non paga e dall’alto pretende.

Risposta standard dopo la presentazione della procedura di composizione della crisi per sovraindebitamento

Di chi è la colpa?

Ravvediamo responsabilità di natura personale dei funzionari che rifiutano le offerte e non escludiamo di dover fare delle segnalazioni alla Corte dei Conti. Siamo in presenza di un danno erariale allo Stato e al rischio di perdita di numerosi posti di lavoro. Non escludiamo come Comune di Acireale di chiedere un tavolo al Prefetto. C’è una norma che prevede l’abbattimento e c’è l’Agenzia delle Entrate che si rifiuta di applicarla a prescindere.

Da cosa deriva la mancanza di applicazione della norma?

Le circolari dell’Agenzia delle Entrate, nello specifico la 48 e la 19, sono molto ambigue circa l’applicazione della norma e lasciano parecchi spazi interpretativi. Dipende dalla persona, dal burocrate che tendenzialmente cerca di salvaguardare la propria posizione personale. Sembrano non rendersi conto che far continuare a vivere un’attività significa far continuare a produrre e aiutarle a superare la crisi.

Che consiglio rivolge a chi si trova in difficoltà?

Fate le istanze, lo faremo insieme. Siamo pronti ad iniziare questa partita perché siamo convinti di essere dalla parte della ragione e siamo fermamente convinti di poter dare delle risposte.