CATANIA – Il tema della sicurezza urbana torna al centro del dibattito con il sit-in Siap Catania, organizzato davanti alla Prefettura e concluso con un incontro tra i rappresentanti del sindacato di polizia e le istituzioni.
I numeri dei reati e l’effetto Cartabia
Il segretario generale del Siap etneo, Tommaso Vendemmia, ha chiarito che la riduzione dei reati registrata dal Viminale non riflette necessariamente una maggiore sicurezza.
“Il calo è dovuto in gran parte alla legge Cartabia – ha spiegato – che ha ridotto il numero delle denunce d’ufficio. Oggi, per molti episodi minori, serve la querela di parte, e non tutti i cittadini si espongono”. Vendemmia ha però sottolineato che anche i controlli disposti dalla Questura hanno inciso, seppure con limiti strutturali. “Si interviene soprattutto su attività regolari come bar ed esercizi pubblici, mentre il lavoro nero e le attività abusive restano difficili da contrastare senza operazioni straordinarie”.
Un piano territoriale da aggiornare
Durante il sit in Siap Catania, il sindacato ha rimesso l’accento sul piano di coordinamento territoriale, in vigore dal 2005 senza aggiornamenti.
“Il territorio di Catania è stato suddiviso in tre grandi aree: due di competenza della polizia di Stato e una affidata all’Arma dei carabinieri. In base al Piano Coordinato di Controllo del Territorio, ogni 24 ore le aree cambiano competenza, mantenendo comunque la proporzione di due aree alla polizia di Stato e una ai carabinieri. Nonostante la Polizia di Stato abbia la responsabilità di due terzi del territorio, a fronte di un terzo affidato ai carabinieri, le pattuglie della Polizia riescono spesso a garantire un numero di unità simile, pari a quattro per turno. La sproporzione è evidente rispetto al 2008, quando noi avevamo 12 volanti e i carabinieri 3. Se non passa la polizia, non passano i carabinieri e viceversa. Prima del 2008, invece, se non passava la polizia potevano passare carabinieri o vigili urbani. Questo spiega anche quanto accaduto in Corso Sicilia: la zona era di competenza della Polizia, tutte le volanti erano impegnate in interventi di soccorso, e nessun altro corpo poteva transitare perché il territorio era off limits”.
Per il segretario generale Vendemmia, questa realtà offrirebbe anche una lettura dei fatti di Corso Sicilia.
Al termine della protesta, una delegazione del Siap è stata ricevuta dalla capo di gabinetto della Prefettura, Laura Pergolizzi, e dal dirigente, Fabio Magnano. In quella sede il sindacato ha chiesto al Viminale di considerare Catania una priorità per l’assegnazione di nuovo personale.
“Le statistiche non bastano: servono risorse e strumenti”, ha ribadito Vendemmia. Tra le proposte avanzate dal Siap di Catania anche l’istituzione di un Ufficio relazioni con il pubblico, assente in Questura: “Un canale di segnalazione diretto aiuterebbe a raccogliere le percezioni dei cittadini, integrandole con i dati ufficiali”.
Emergenza organici
Sul fronte del personale, il quadro resta critico. “Nel 2024 andranno in pensione 90 agenti e ne arriveranno solo 8. È un numero insufficiente, conseguenza della spending review del 2010 che limita le nuove formazioni a 3.500 unità annue”, ha concluso il segretario generale Tommaso Vendemmia.
Contattata, la Questura di Catania non ha commentato le informazioni fornite dal sindacato.