Sigilli al patrimonio dell’imprenditore Bucceri, sospettato di essere vicino alla mafia

MESSINA – Gli uomini della Dia di Messina, a conclusione di ulteriori approfondimenti investigativi, hanno sequestrato un compendio aziendale, per un valore di oltre 500 mila euro, all’imprenditore Concetto Bucceri, di Letojanni, in provincia di Messina.

L’uomo è ritenuto, nell’ambito di diverse inchieste giudiziarie, anello di congiunzione tra le organizzazioni criminali operanti nel territorio a cavallo tra le province di Messina e Catania. Il sequestro è stato disposto con un provvedimento emesso dal Tribunale Misure di Prevenzione di Messina, a seguito di una specifica attività economico finanziaria.

Bucceri è sospettato di contiguità con esponenti delle note famiglie mafiose “Santapaola” di Catania (per il tramite di esponenti di vertice del clan “Picanello” attivo nel versante jonico della provincia etnea ed alla stessa alleato) nonché a quella “Barcellonese”, come confermato dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Carmelo Bisognano  e Alfio Giuseppe Castro.

È stato coinvolto in vicende giudiziarie per reati specifici di “mafia” che sono sfociate nei procedimenti penali denominati: “Free Bank”, “Vivaio” e “Gotha”. In particolar modo, nell’ambito dell’ultimo procedimento penale nel 2011 ha eseguito 24 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone, tra le quali proprio Concetto Bucceri.

Nell’ambito di tale operazione sono stati sottoposti, complessivamente, a sequestro preventivo beni stimati per circa 150 milioni di euro. Con l’operazione denominata Gotha, sono stati valorizzati elementi info-investigativi che hanno permesso di suffragare l’esistenza di legami tra “Cosa Nostra” catanese ed organizzazioni mafiose imperanti nella provincia di Messina, in particolare, nella zona del barcellonese.

In ordine a tale procedimento la Corte di Cassazione di Roma, recentemente, modificando la sentenza della Corte d’Appello di Messina, ha annullato la condanna a sei anni inflitta a Bucceri per concorso in associazione mafiosa. Rimane a suo carico altro procedimento penale, pendente presso il distretto giudiziario di Catania, per il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso.

L’attività investigativa trae origine da precedenti sequestri eseguiti rispettivamente a luglio e ottobre dello scorso anno dalla Dia., relativamente a beni, allo stesso riferibili, ammontanti in totale a circa 4 milioni e trecentomila euro.

Nel particolare, gli accertamenti espletati, supportati dall’esame della documentazione contabile allegata alle memorie difensive prodotte dalla parte, hanno rafforzato l’ipotesi investigativa che individua l’imprenditore Salvatore Ruggeri, titolare dell’omonima ditta individuale denominata Sud Service, quale fidato prestanome del Bucceri.

Le indagini ispettive condotte dalla Sezione Dia di Messina – supportate da un approfondito esame dei flussi finanziari – hanno palesato che proprio Ruggeri, attraverso la propria impresa individuale, è riuscito a finanziare, anche con emissione di documenti predisposti ad hoc, altra società riferibile al proposto.

L’espediente adottato dal Bucceri, per non apparire nelle realtà imprenditoriali, è stato intercettato anche dalla locale prefettura, che a seguito di opportuni accertamenti eseguiti dagli specialisti della Dia, si è espressa per il diniego d’iscrizione nella “White List”, relativamente ad altra realtà imprenditoriale già sottoposta precedentemente a sequestro: la Sud Service S.r.l..

Il sequestro ha interessato l’impresa individuale di Ruggeri, comprensiva del patrimonio aziendale e dei rapporti finanziari in essere, perché strumento utilizzato dal sorvegliato speciale Concetto Bucceri .