Si ridimensiona il sospetto caso di Ebola a Catania

Si ridimensiona il sospetto caso di Ebola a Catania

CATANIA – Si è temuto che il virus dell’Ebola fosse giunto a Catania. Un caso che appariva addirittura conclamato sarebbe stato registrato all’ospedale Garibaldi di Nesima. Un altro caso sospetto, invece, al Vittorio Emanuele. Ovviamente, sono subito scattate tutte le misure di sicurezza attorno ai due pazienti che sono di origine africana.

Dopo i primi allarmi, le notizie che trapelano al momento sono certamente più rassicuranti. I sanitari, infatti, parlano di due casi di sospetta tubercolosi.

L’allarme si era sparso in quanto i due extracomunitari erano stati prelevati con un elicottero di Maristaeli da personale medico del 118. E sarebbero giunti negli ospedali catanesi addirittura con gli scafandri.

I due sono stati trasbordati da un peschereccio su una nave militare. E subito si erano temuti i segnali della malattia, tanto da attivare tutte le misure dettate dall’emergenza.

All’ospedale Garibaldi di Nesima il paziente si trova su una barella di contenimento e, ovviamente, in isolamento.

L’altro extracomunitario, 29enne, è ricoverato al Vittorio Emanuele dove si stanno eseguendo con la massima urgenza i primi esami per accertare se si tratta davvero di casi di tubercolosi e se, come ormai sembra certo, è da scongiurare il sospetto di Ebola.

Abbiamo raggiunto telefonicamente il prof. Bruno Cacopardo, responsabile del reparto Malattie infettive dell’Ospedale Garibaldi di Nesima a Catania. Ed è lui stesso a fugare ogni dubbio. “Escludiamo categoricamente che si tratti di un caso di Eboladichiara il prof. Cacopardo -. Il paziente non è febbrile ed è disidratato. Proviene probabilmente dal Gambia e questo è un motivo in più per escludere la presenza del virus in quanto in quell’area geografica, fino ad oggi, non si è registrato alcun caso di questa terribile malattia”. 

Poi la conferma che, comunque, erano state prese tutte le misure necessarie all’eventuale emergenza. “Il paziente è giunto in biocontenimento – continua Cacopardo – ed era stato prelevato dalla nave Etna della Marina Militare. Sulla stessa, comunque, non era stato segnalato alcun caso sospetto di Ebola. Stiamo continuando gli accertamenti per capire se si tratta di tubercolosi”.

L’altro paziente che si trova all’ospedale Vittorio Emanuele, a quanto si apprende, arriverebbe dal Mali. In quell’area geografica sarebbero già stati registrati 8 casi di Ebola dall’inizio dell’epidemia. Questo, tuttavia, è poco significativo. Infatti, anche nel caso del 29enne ricoverato al Vittorio Emanuele, i sanitari propendono più per un caso di sospetta tubercolosi ed escludono il rischio Ebola.

Non bisogna dimenticare, inoltre, che questi extracomunitari avrebbero affrontato viaggi molto lunghi prima di approdare sulle coste siciliane mentre il virus dell’Ebola avrebbe un periodo di incubazione medio di dieci giorni con punte massime di non oltre tre settimane.