ACIREALE – Alle prime ore di oggi, gli agenti del commissariato di Polizia di Stato di Acireale (Catania) hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 8 persone, responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere finalizzata ai furti in appartamento e ricettazione di oggetti e beni provento dell’attività illecita.
Sono stati reclusi, in regime di custodia cautelare in carcere, i pregiudicati:
- Nunzio Gangi, 49 anni;
- Domenico Leonardi, 47 anni;
- Francesco Giuseppe Argentino, 44 anni.
Sono stati condotti alle proprie abitazioni, in regime di arresti domiciliari:
- Camillo Leonardi, 48 anni, pregiudicato;
- Salvatore Patanè, 57 anni, pregiudicato;
- Sebastiano Cutili, 31 anni.
Sottoposti all’obbligo di dimora, con divieto di allontanarsi dal territorio di residenza:
- Concetto Nicolosi, 49 anni;
- Antonino Mirenda, 53 anni, pregiudicato.
La misura cautelare è stata disposta dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catania, su richiesta della procura della Repubblica.
Nunzio Gangi, Domenico e Camillo Leonardi sono ritenuti gravemente indiziati dei delitti di associazione per delinquere finalizzata ai furti e alla ricettazione, Francesco Giuseppe Argentino, Salvatore Patanè e Sebastiano Cutuli di furto aggravato in concorso e ricettazione, mentre Concetto Nicolosi e Antonino Mirenda sono accusati di ricettazione di beni e oggetti, provento dell’attività illecita.
La complessa e articolata attività di indagine è stata condotta dai poliziotti della squadra investigativa del commissariato delle Polizia di Stato acese, che si sono serviti di tecnologie d’intercettazione telefonica e ambientale, traendo spunto da una serie di episodi, registrati nell’autunno dello scorso anno in abitazioni del comprensorio acese, che, per caratteristiche e modalità esecutive, hanno indirizzato gli investigatori verso alcuni noti pregiudicati locali, tra cui Nunzio Gangi e Domenico Leonardi.
L’attività investigativa, dunque, ha permesso di ricostruire la struttura e le dinamiche di un’associazione per delinquere, ben radicata nel territorio ma operante anche in altri comuni della provincia, finalizzata alla commissione di furti seriali ai danni di abitazioni civili, per lo più situati in aree rurali e/o extraurbane di questa fascia pedemontana etnea.
Gli atti predatori sarebbero ben 13, realizzati con sequenza seriale ai danni di altrettanti appartamenti e ville dei comuni di Acireale, Aci Sant’Antonio, Trecastagni, Pedara, Nicolosi e Zafferana Etnea, il cui ingente e variegato bottino è stato in buona parte recuperato e già restituito ai legittimi proprietari.
Si tratta di beni e oggetti di valore, tra i quali spiccano ceramiche di manifattura siciliana, quadri e suppellettili d’antiquariato, monete antiche in argento, stufe a pellet ed elettrodomestici di ultima generazione, attrezzature sportive professionali, sanitari e infissi per esterni trafugati da abitazioni in costruzione e riciclati in altrettante strutture residenziali, tra le quali quella dell’indagato Sebastiano Cutuli.
Le indagini hanno evidenziato anche l’esistenza di una stabile e connivente rete di soggetti, dedita al riciclaggio degli innumerevoli beni rubati. Tra essi, spicca il nome di Concetto Nicolosi, noto commerciante e proprietario di un negozio in Acireale di elettronica e articoli per pc, utilizzato anche come base dell’attività di riciclaggio.
Allo stesso modo, Antonino Mirenda, pregiudicato di Misterbianco (provincia di Catania), ritenuto responsabile della ricettazione di un considerevole quantitativo di monete in argento, sottratte da una residenza d’epoca di Aci S. Antonio.
Dopo le formalità rito, i tre individui destinati al carcere sono stati condotti alla casa circondariale di Piazza Lanza di Catania. C. Leonardi, Patanè e Cutuli sono stati condotti alle rispettive abitazioni, dove sconteranno i domiciliari, mentre Nicolosi e Mirenda sono stati sottoposti all’obbligo di dimora nel comune di residenza, con divieto di allontanarsi dall’abitazione dalle ore 21 alle 7.
Sebbene gran parte della refurtiva sia stata riconsegnata ai legittimi proprietari, nel corso delle perquisizioni sono stati ritrovati oggetti per i quali non è stato possibile risalire alle vittime dei furti.
Chi fosse rimasto vittima di furto nel comprensorio può rivolgersi alla polizia per riottenere i propri oggetti.
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