CATANIA – Ci troviamo in via Furnari, dove, lo scorso 16 febbraio era stata sgomberata la palazzina dei civico 31. Lì vivevano 25 famiglie, fra cui 13 bambini ed una donna incinta.
Si è svolta questa mattina una manifestazione del comitato Casa X Tutti, per denunciare “l’assurda gestione del caso, l’enorme spreco di risorse e l’evidente mancanza di qualsiasi tipo di progettualità da parte dell’amministrazione. Abbiamo raccolto e riassunto le enormi spese legate al caso via Furnari, con cifre da centinaia di migliaia di euro e vorremmo porre all’attenzione la relazione tra spesa fatta e risultato ottenuto“, come si legge in un comunicato del comitato di lotta per la casa CASA X TUTTI.
All’epoca vi fu un enorme dispiegamento di forze dell’ordine, con polizia, carabinieri, vigili urbani, vigili del fuoco e ambulanze, visto che un uomo minacciò di gettarsi da un cornicione.
“Come comitato critichiamo in toto la gestione politica, economica e sociale degli interventi – comunicano da CASA X TUTTI – se la prima ordinanza di sgombero è stata a luglio 2014, com’è possibile che non si sia riusciti a fare un piano dettagliato?“.
Le perplessità politiche sono tante, e tante le promesse fatte ai residenti mai realizzate: “Avevano promesso la creazione di un bando di ricerca di proprietari di appartamenti disposti a collaborare col Comune, mai realizzato, e l’erogazione di due mensilità anticipate, cioè 500 euro, per eludere il problema della caparra richiesta dai privati. Anche questi soldi, mai visti“. E poi una domanda che sorge, in effetti, spontanea: <Perché non sono stati avviati i lavori di recupero, o demolizione, dello stabile se, come si diceva, era così urgente?>“.
La critica da un punto di vista economico flette su una perplessità: come si sarebbero potuti spendere i soldi impiegati per questo sgombero? “Meglio, probabilmente, visto che ammantano a circa 150 mila euro“.
Ma in tutto ciò passiamo agli ex residenti, ormai sfrattati da febbraio, e ci accorgiamo che la situazione è veramente disperata.
Solo 1 famiglia è riuscita ad ottenere l’alloggio popolare (perché era già in graduatoria, l’avrebbe ottenuto infatti indipendentemente dallo sgombero), 3 famiglie usufruiscono del buono casa, che però non viene più erogato da 4 mesi, mentre altri 4 nuclei familiari sono stati spostati, dopo un periodo in B&B, in 4 bassi di proprietà dello IACP (Istituto Autonomo Case Popolari di Catania).
Peccato che questi 4 monolocali furono dichiarati precedentemente come “inabitabili“. Basti pensare che uno di questi è senza acqua corrente e con grossi problemi di infestazione, al punto da non poter essere abitato.
I cittadini intanto sono disperati: “Io con i 250 euro che mi rimangono non posso neanche pagare i libri a mio figlio 17enne. Se non si muovono noi chiamiamo un fabbro, apriamo il cancello e occupiamo. Se non ci danno loro un aiuto la casa ce la prendiamo noi, siamo veramente stanchi“.
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