Sgombero via De Felice, Giusi Milazzo: “Perché nessuna azione contro chi beneficia di alloggi popolari in presenza di redditi?”

CATANIA – La segretaria del Sunia provinciale, Giusi Milazzo, commenta così lo sgombero di via De Felice a Catania. “Quello che emerge è l’assenza di un progetto organico da parte delle Istituzioni per far fronte ad una situazione che non potrà che aggravarsi considerato che la crisi occupazionale continua a mordere e considerati i dati sulla povertà assoluta. In questo quadro desta non poche perplessità il comportamento schizofrenico delle Istituzioni che dispongono lo sgombero forzato in tempi brevissimi degli occupanti i locali del palazzo di via De Felice di proprietà dell’Istituto Ardizzone Gioieni, mentre nessun’azione viene portata avanti contro chi occupa gli alloggi popolari pur avendo redditi e proprietà. La nostra posizione già espressa sia al Comune di Catania che alla Regione, è quella che l’ingente patrimonio delle Ipab non utilizzato debba essere destinato proprio all’emergenza casa, tanto più che le finalità sociali a cui dovrebbe essere destinato sarebbero così rispettate“.

Il Sunia di Catania ribadisce che il patrimonio abitativo pubblico sia del Comune che dello Iacp, se si effettuasse un monitoraggio puntuale delle assegnazioni e si provvedesse al recupero degli alloggi detenuti abusivamente da chi potrebbe per condizione economica provvedere altrimenti, potrebbe rappresentare un’ulteriore soluzione all’attuale emergenza.

C’è poi il patrimonio abitativo confiscato alla mafia in parte utilizzabile per l’emergenza – aggiunge la Milazzo -. La gravità della situazione impone la creazione di un tavolo di crisi che veda Prefettura, Comune, Iacp organizzazioni sindacali e associazioni del terzo settore, affrontare e delineare soluzioni percorribili a brevissimo e a medio termine. È un obbligo trovare soluzioni, né si può assistere come spettatori al consumarsi di un dramma sotto i nostri occhi ogni giorno e che riduce migliaia di persone tra cui anziani e minori in una condizione materiale e psicologica difficilissima“.

Redazione

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