CATANIA – Ammontano a più di tre milioni di euro i beni sequestrati dai carabinieri di Catania ai danni di Carmelo Militello, pregiudicato adranita ritenuto coinvolto all’associazione mafiosa “Tomasello-Mazzaglia-Toscano” e collegata ai “Santapaola-Ercolano”. Le autorità hanno fatto luce sulle “agenzie” intestate ai figli e fonte di guadagni illeciti.
La richiesta, disciplinata dal Codice antimafia, , è scaturita dalle indagini patrimoniali delle Autorità che hanno fatto luce sulla situazione finanziaria derivante dalle attività commerciali riconducibili a Militello e intestate a membri del suo nucleo familiare, tra il 2016 ed il 2022, accertando lo sporco dell‘illegalità dietro al patrimonio.
In particolare, i carabinieri hanno evidenziato una “notevole sperequazione” tra il reale tenore di vita della famiglia ed i redditi dichiarati, giustificabile solo attraverso il riciclaggio dei provenienti illeciti.
Le imprese in questione sono intestate ai due figli di Militello, Miriana e Nicolò: “ M.M. Logistic di Militello Miriana” con sede ad Adrano e “M.N. Trasporti S.r.l.” con sede legale a Biancavilla, ma l’indagato ne disponeva direttamente.
Secondo le dichiarazioni dei diversi collaboratori di giustizia, infatti, la figura di Militello sarebbe stata scelta e imposta sia dai vertici dell’associazione mafiosa operante sul territorio Biancavilla, ovvero prima dai fratelli Vito e Pippo Amoroso, con il beneplacito di Alfio Ambrogio Monforte , e poi da Giuseppe Mancari , detto u pipi, sia dal clan Santangelo- Scalisi attivo ad Adrano.
Nello specifico, l’indagato avrebbe avuto il ruolo di prestanome e a lui sarebbe stata affidata la gestione della cosiddetta “agenzia” di Biancavilla, deputata al carico delle merci, soprattutto prodotti agroalimentari, i cui introiti sarebbero andati per la maggior parte al clan.
In sostanza, l’agenzia avrebbe avuto un ruolo di intermediazione tra i titolari dei magazzini che raccolgono i prodotti lavorati nei campi e gli autotrasportatori, pretendendo da entrambi delle somme di denaro in percentuale al peso della merce da trasportare.
Oltre alle società, il sequestro ha colpito anche l’abitazione familiare, una villa situata a Santa Maria di Licodia di circa 170 mq su 3.500 mq di terreno, con piscina delle dimensioni di oltre 16 metri lineari, compendiata all’interno del patrimonio societario della ditta intestata al figlio Nicolò.
Come accertato dagli investigatori anche questo immobile sarebbe stato costruito da ricavi illeciti. Il sequestro ammonta complessivamente al valore di oltre 3 milioni di euro.
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