Sentinelle contro la bufala “Blue Whale”: utenti in aiuto dei “giocatori”

CATANIA – Adolescenti in crisi, burloni, adulti malintenzionati. Difficile dire chi si celi dietro i tanti account che sul web cercano di entrare a contatto con il fenomeno “Blue Whale”.

La Polizia Postale indaga per risalire all’origine del fenomeno e bloccare i possibili tentativi di approccio e istigazione al “gioco” del suicidio.

Poche notizie certe e verificabili in merito al tanto discusso “Blue Whale”. Dati di ricerca Google alla mano, il fenomeno in Italia era pressoché sconosciuto prima della messa in onda del servizio del programma “Le Iene” confezionato da Matteo Viviani il 14 maggio: prima di quella data nessuno sembrava conoscere il “gioco”; dopo l’indice arriva alla massima quota di crescita di una parola chiave sul motore di ricerca.

Dati google Blu whale

La notizia viene accettata da molti come automaticamente vera. Peccato però che, dato il clamore suscitato, in molti sul web abbiano verificato e dimostrato che i video dei presunti suicidi mostrati nel servizio a sostegno della veridicità del fenomeno siano falsi. È stata la stessa “Iena” Matteo Viviani a confermare che i filmati non erano autentici e gli erano stati girati da una tv russa su una chiavetta, ammettendo la sua leggerezza per non aver fatto tutte le dovute verifiche del caso.

Una bufala, insomma, che ha preso piede grazie al sensazionalismo con il quale è stato presentato il fenomeno della Balena Bianca.

Viviani si difende da tutte le accuse e sostiene che il fenomeno era già virale prima e in molti hanno aperto gli occhi solo dopo il suo servizio, escludendo di essere responsabile dell’effetto emulazione che sarebbe scattato dopo la trasmissione.

Un episodio accertato di emulazione è quello smascherato dalla Polizia Postale di Catania che ha salvato una sedicenne dall’istigazione al suicidio di un coetaneo della provincia di Cosenza messa in atto proprio attraverso il meccanismo della Balena Bianca.

Abbiamo provato a cercare su Twitter e Instagram gli hashtag di riferimento per studiare il fenomeno in presa diretta. I risultati hanno mostrato numerosi adolescenti, o presunti tali, che cercano un “curatore” che li guidi passo dopo passo attraverso le prove del gioco fino al suicidio.

Quel che però di positivo abbiamo riscontrato attraverso questa ricerca è la presenza di una folta schiera di semplici utenti che, da quando il fenomeno è diventato virale e pericoloso, ha deciso di scovare quanti vogliono partecipare al gioco per cercare di dar loro supporto.

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Un aiuto concreto è offerto anche da Instagram: non appena viene avviata la ricerca di parole o tag legati alla Balena Bianca, infatti, appare una schermata in cui si mette l’utente in allerta e si offre di prestare aiuto se si sta vivendo una situazione difficile.

Instagram aiuto Blue Whale Instagram aiuto Blue Whale

Se l’intervento della Polizia Postale è fondamentale per rintracciare e bloccare quanti cercano di istigare al suicidio soggetti in gravi difficoltà, lo è anche il supporto psicologico di un medico che può arrivare alla radice del disagio di chi decide di compiere un gesto così estremo ed eclatante. Un “gioco” che fa leva sulle difficoltà di qualcuno non può di certo essere considerato un aiuto.