“Li butto fuori a calci a questi porci”: migranti minori maltrattati in 6 centri d’accoglienza

GIARRE – Nel corso dell’operazione denominata “Camaleonte i carabinieri della compagnia di Giarre hanno arrestato due soggetti e disposto il divieto di dimora a Catania nei confronti di un  terzo dopo aver accertato alcuni casi di maltrattamenti nei confronti di alcuni migranti minori che erano stati collocati in sei diversi centri d’accoglienza.

In particolare a questi soggetti sono stati imputati anche i reati di corruzione (nei confronti di un funzionario del Comune di Catania ormai in pensione) e di falso in atto pubblico in quanto questi centri di accoglienza non avevano i requisiti adatti per l’accoglienza dei giovani migranti che richiedevano asilo.

Sono scattate le manette, in particolare, per Giovanni Pellizzeri, mascalese di 56 anni (per i reati di corruzione, falso in atto pubblico e maltrattamenti su minori) e Mario Pellizzeri, giarrese di 29 anni (per i reati di corruzione e maltrattamenti sempre su minori).

    

Mario Pellizzeri, 29 anni – Giovanni Pellizzeri, 56 anni

Insieme a questi due soggetti, che sono stati sottoposti agli arresti domiciliari, figura anche un terzo nome ovvero Isabella Vitale, catanese di 48 anni, alla quale è stato imposto il divieto di dimora a Catania sempre per il reato di maltrattamento sui minori che alloggiavano nei vari centri d’accoglienza.

Tutti e sei i centri d’accoglienza venivano gestiti dalla cooperativa “Esperanza” il cui reale amministratore era Giovanni Pellizzeri che, grazie all’aiuto di un funzionario del comune di Catania, riusciva a ottenere i permessi per l’accoglienza dei migranti con i relativi fondi che venivano erogati (45 euro al giorno per ogni singolo migrante).

Le indagini hanno avuto inizio nel 2014 a seguito di vari episodi di violenza che venivano accertati all’interno dei centri d’accoglienza. Tutto ciò era causato dalle scarse condizioni igieniche a cui venivano sottoposti i migranti non appena arrivati nei centri oltre che alla carenza di cibo, farmaci e coperte che sarebbero dovute essere garantite ai minori.

I militari, per far luce sul caso, si sono serviti anche di determinate intercettazioni telefoniche che hanno dimostrato come i migranti venissero considerati degli “zingari” o dei “porci” ai quali non garantire alcun tipo di servizio specifico.

In particolare nelle intercettazioni sono emerse frasi del tipo “…i farmaci generici si! Ma no questi qua! Assolutamente no! Per me può buttare sangue” oppure “.. lo stato di emergenza mi ha fatto accogliere questi porci , ci siamo? Ma le comunità sono per italiani quindi se non si sbrigano ad andarsene li butto io a calci in culo a casa”

Nel corso dell’operazione sono ancora sotto indagine altri 7 soggetti che hanno aiutato Giovanni e Mario Pellizzeri sia a ottenere i permessi per l’accoglienza dei minori che a rendere regolari i vari centri d’accoglienza sprovvisti di ogni tipo di autorizzazione.

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