Lavoratori dell’azienda La. Ra confiscata alla mafia: “Se non ci danno i soldi dovremo chiudere”

CATANIA- L’azienda LA. Ra srl confiscata alla mafia rischia di chiudere. Ventisette i lavoratori che perderanno il posto di lavoro.

“Se oggi non ci daranno subito 500 mila euro saremo costretti a chiudere” è il grido di Quattrocchi Sebastiano un lavoratore dell’azienda metalmeccanica La. Ra srl di Motta S. Anastasia confiscata alla mafia nel 2000 e che oggi paga lo scotto di “cattiva amministrazione da parte dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e soprattutto l’effettiva mancanza di liquidità. Il lavoro c’è, abbiamo commesse per 3 milioni di euro ma ad oggi non ne abbiamo visto neanche uno“.

Dopo un lungo anno di attesa oggi i rappresentanti dei sindacati Cgil e fiom Cgil di Catania insieme a una delegazione di lavoratori hanno ottenuto, anche su richiesta del sindaco di Motta S. Anastasia, Anastasio Carrà, un incontro con le istituzioni per chiedere soluzioni immediate a tutela dei lavoratori e della stessa attività La. Ra srl.

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L azienda venne sequestrata nel 1997 perché appartenente a un imprenditore vicino a un clan mafioso e confiscata definitivamente nel 2000. Nel 2013, racconta Sebastiano Quattrocchi, abbiamo perso un’importante commessa a Sigonella con i problemi che ovviamente ne sono conseguiti. Avremmo dovuto licenziare 19 persone ma l Agenzia ci ha obbligato a tenerle quindi la liquidità disponibile è andata via per mantenerli.

Nel dicembre del 2014 sono stati 19 i lavoratori messi in mobilità ma ancora oggi attendono tre stipendi, tredicesime e liquidazioni. I 27 operai superstiti (di circa 68 unità operanti fino al 2013) non percepiscono lo stipendio da quattro mesi e, continua l’operaio guardando suo figlio che l ha accompagnato in questa giornata di lotta,noi non sappiamo come tirare avanti. Lo stato si ricorda di noi solo quando dobbiamo andare a fare demolizioni nei paesi etnei ma quando andiamo a chiedere aiuto tutti allargano le braccia.

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Il prefetto Umberto Postiglione presidente dell’Agenzia, secondo quanto riferitoci dai lavoratori “in una trasmissione del 24 febbraio ha detto che siamo 900 operai in Sicilia e 300 in Italia in queste condizioni, per 1200 persone stiamo sollevando troppo rumore” e forse non è un caso che oggi il presidente non si sia presentato inviando un delegato “ce lo aspettavamo che non sarebbe venuto” protestano i lavoratori delusi e amareggiati.