CATANIA – Se nel “Secondo Tragico Fantozzi” la massima preoccupazione del ragioniere più famoso d’Italia era quella di conoscere il nome dell‘autore del palo colpito dagli Azzurri durante la gara di Wembley tra Inghilterra e Italia, uno degli assilli principali del cittadino catanese è invece quello di evitare di essere centrato da uno di questi cilindri.
I pali in questione non sono, ovviamente, quelli difesi dall’estremo difensore della selezione inglese, bensì gli innumerevoli tubi che sostengono la segnaletica verticale per le strade della città di Catania. A trovare, però, un cartello perfettamente eretto nel capoluogo etneo si fa davvero fatica.
Innumerevoli sono infatti i cartelli inclinati e pericolanti che sembrano quasi poter venire giù da un momento all’altro. Gli esempi? Quello più lampante si trova lungo la circonvallazione di Catania, all’altezza dell’incrocio con via dei Salesiani, poco prima dello svincolo di via Duca degli Abruzzi. Qui un divieto di transito pende mestamente sulla strada percorsa quotidianamente da migliaia di mezzi.
La sensazione è quella di essere di fronte a un’esagerata rappresentazione urbana della Torre di Pisa, ma Catania non è la città toscana e il palo in questione non è il fotografatissimo campanile pendente. Come detto, quello del periplo etneo non è un caso isolato. In largo Giovanni Pascoli, all’incrocio con via Centuripe, altri due cartelli posizionati sul marciapiede sembrano quasi dondolare in attesa di rovinare al suolo.
Un altro, installato accanto ai semafori piazza Giovanni Verga, pare aver preso una “brutta piega” (non è soltanto un modo di dire) e inizia a vacillare verso la carreggiata. In corso Italia i marciapiedi pullulano di pali sbiechi: divieti di sosta, sensi vietati e persino segnalatori di parcometro.
Non è da meno l’inclinazione del cartello posizionato all’incrocio tra le via Messina e Asiago. Proseguendo verso nord, un altro divieto di transito sembra volersi riposare, appoggiato sulla parete di un edificio. Nel frattempo, però, uno di questi davanti la stazione ferroviaria di Ognina è già crollato al suolo diversi mesi fa.