“ScuolaInBici fallito per colpa delle scuole”, parola dell’ex assessore Ferlito

CATANIA – Una Via Crucis a tutti gli effetti è quella che NewSicilia.it ha intrapreso per cercare di capire come mai il progetto “ScuolaInBici”, dopo i finanziamenti ricevuti, non sia diventato effettivo in tutte e ventuno le scuole catanesi coinvolte.

Se parliamo metaforicamente di Via Crucis un motivo c’è. Da quando è partita  l’inchiesta, infatti, è iniziato anche il valzer del rimpallo.

Da Stancanelli a Cascone, da Cascone a Scalia. Poi abbiamo contattato Domenico Mignemi che tagliò il nastro all’istituto Marconi in quanto assessore all’Ambiente, ma ci ha detto che dopo sette giorni dall’inaugurazione gli venne revocata la delega. E così abbiamo ripreso il cammino: da Mignemi siamo stati rinviati a Claudio Torrisi, ma dulcis in fundo l’uomo informato sui fatti lo abbiamo trovato: Valerio Ferlito, il coordinatore dell’area Ambiente e Mobilità durante il mandato dell’ex sindaco Raffaele Stancanelli. Ed ecco che scenari nuovi, anche se un po’ bizzarri, si sono aperti davanti ai nostri occhi.

“Chi ha detto che non è partito il progetto? – esordisce così Ferlito quando lo contattiamo telefonicamente – Non solo è partito ma si è anche concluso. È stato assolutamente realizzato per intero”. E aggiunge: “Se ci sono scuole in cui non è stato avviato è colpa dei referenti scolastici che hanno percepito anche un compenso e non sono stati in grado di portare a termine il lavoro”.

“Le dirò di più, sono state installate le rastrelliere nelle scuole, sono state consegnate le biciclette ed è stata stipulata una polizza assicurativa nel modo più tassativo, rinnovandola ogni anno. Scuola per scuola abbiamo firmato una convenzione – incalza – i referenti di ogni istituto sono stati pagati e se non hanno fatto partire il progetto sono problemi loro”.

Ma come mai a noi sono arrivate le segnalazioni proprio da alcuni di questi referenti che denunciano il contrario? Si saranno tutti rimbambiti? Eppure c’è stato anche qualche professore che su carta intestata ha sollecitato l’avvio del progetto. Ma forse non aveva chiari i termini dell’accordo e cioè che doveva essere lui stesso a far salire su quelle biciclette docenti, studenti e personale Ata.

Ma ancora una stranezza ci colpisce: questo stesso referente, se tutto era in regola, che interesse doveva avere a bloccare l’iniziativa? E ancora una volta il mistero si infittisce.

È categorico e sicuro del fatto suo Ferlito e non lascia spazio a repliche: “Se oggi le biciclette sono senza sellini, senza pedali e senza manubri sono affari di chi le ha vandalizzate”.

Il suo discorso non fa una piega. “Il progetto è iniziato nel 2009 e aveva una durata triennale, ad oggi ne sono passati cinque quindi dello stato in cui versano le biciclette ora non è responsabilità nostra” e aggiunge “Il progetto era così articolato: il comune dopo la stipula delle convenzioni con le scuole non doveva fare più niente. Dovevano essere esse stesse a realizzarlo. Tutte le cose che servivano noi le abbiamo fornite, poi se i professori responsabili non sono stati capaci di renderlo attuativo allora si cerchino i colpevoli”.

Così con qualche perplessità in più chiudiamo la nostra telefonata e continuiamo l’inchiesta.

Ecco di seguito l’elenco delle scuole coinvolte nel progetto:

I.S.I.S. “Duca degli Abruzzi”, Istituto d’Istruzione Superiore “F. Eredia”, Liceo “Boggio Lera”, Liceo Scientifico G.B. Vaccarini, Liceo Classico Statale “Mario Cutelli”, Liceo Classico “Nicola Spedalieri”, Convitto Nazionale “M. Cutelli”, Liceo Statale “G. Lombardo Radice”, Liceo Statale “Giuseppina Turrisi Colonna”, I.P.S.S.A.R. “Karol Wojtyla”, I.I.S. “Lucia Mangano”, I.P.S.I.A. “Enrico Fermi”, I.T.E. Giuseppe De Felice, I.I.S. “CARLO GEMMELLARO”, Istituto Professionale di Stato per i Servizi Commerciali e Turistici “ADRIANO OLIVETTI”, Liceo Artistico “Emilio Greco”, I.T. “Archimede”, Istituto tecnico industriale “ STANISLAO CANNIZZARO”, I.T.I.S. G. Marconi, Istituto Tecnico Aeronautico Statale “Arturo Ferrarin”, Istituto professionale Alberghiero.

È proprio quì che vanno cercati i colpevoli del fallimento? E chi sono i referenti scolastici, come affermato da Ferlito, che hanno anche percepito un compenso e che non avrebbero portato a compimento il loro ruolo? E quale sarebbe stato l’ammontare delle somme incassate, visto che per l’intero progetto era stato stanziato oltre un milione di euro? C’è stata una “mangiugghia” legale? Noi proseguiamo l’inchiesta.

Giorgia Mosca

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