CATANIA – Alle 3,22 di questa mattina la terra ha tremato nella provincia di Catania e il terremoto di magnitudo 3.2 è stato avvertito dalla popolazione. Non si registrano danni in nessun comune etneo interessato dal tremore. Si tratta della scossa più forte tra le sei registrate dalle apparecchiature dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, nella provincia catanese, dalle prime ore della mattina di oggi fino alle 9,57. In questo ultimo caso, la scossa è stata di magnitudo 2.0. Non si tratta di uno sciame sismico, precisano gli esperti, ma di scosse di terremoto di lieve entità, non isolate e avvertite dalla popolazione perché avvenute ad una profondità di 0 km, in pratica sul livello del mare. Una sismicità superficiale e dunque percepita in modo chiaro dagli abitanti della zona pedemontana, in particolare del comune di Acireale, interessando le frazioni di Mangano, Piano d’Api, Santa Tecla, e dei comuni di Santa Venerina e Milo.
Si tratta di scosse che non hanno causato danni a edifici pubblici o privati ma che hanno creato un po’ di preoccupazione ed interesse tra la popolazione. Il tremore delle ultime ore, e quello registrato da circa un mese lungo il versante orientale, ricorda che viviamo in una zona altamente sismica e ai piedi del vulcano più attivo d’Europa. Proprio all’attività dell’Etna potrebbe attribuirsi la natura della sismicità rilevata questa mattina. Le faglie, ben note, di Santa Tecla, nell’Acese e di Santa Venerina, vengono sollecitate dal magma di risalita che spinge lungo il condotto del cratere. Il segnale di questa attività sono gli sbuffi di cenere segnalati dall’Ingv. Se da una parte è plausibile collegare le scosse ai movimenti dell’Etna, gli esperti non escludono che le faglie siano attivate dal regolare scivolamento del lato orientale del vulcano.
“Da circa una settimana le strutture tettoniche del basso versante orientale etneo si muovono generando una sismicità molto superficiale, anche se di modesta magnitudo: la scossa più energetica è avvenuta stamane, alle 03:22 ora locale ed ha avuto una magnitudo locale ML 3.2. A causa della superficialità degli ipocentri, queste scosse sismiche sono risentite dalla popolazione. Nello stesso periodo, l’Ingv segnala la ripresa di attività del Cratere di Sud-Est dell’Etna, che per adesso – ha spiegato ai nostri microfoni Marco Neri, primo ricercatore dell’Ingv di Catania – si manifesta soltanto attraverso l’emissione di sporadiche quanto modeste emissioni di cenere. Data la sincronia degli eventi, è possibile che si tratti di fenomeni tra loro collegati, ovvero indotti dalla risalita del magma nei condotti centrali del vulcano che esercitano una certa ‘pressione’ nelle rocce circostanti, innescando il movimento di faglie superficiali. Tuttavia, occorre rimarcare che le strutture tettoniche del fianco orientale etneo possono muoversi anche indipendentemente dall’attività vulcanica, deformando lentamente e continuamente il settore orientale dell’apparato vulcanico“, ha detto infine Neri.
con coordinate geografiche (lat, lon) 37.6440, 15.1410 ad una profondità di 0 km.
con coordinate geografiche (lat, lon) 37.6720, 15.1590 ad una profondità di 0 km.
con coordinate geografiche (lat, lon) 37.6690, 15.1480 ad una profondità di 0 km.
con coordinate geografiche (lat, lon) 37.6730, 15.1500 ad una profondità di 0 km.
con coordinate geografiche (lat, lon) 37.7430, 15.0480 ad una profondità di 5 km.
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