CATANIA – Il comando provinciale dei carabinieri di Catania ha intensificato i servizi di prevenzione in tutta la città metropolitana al fine di garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti.
Inoltre, è stata avviata una specifica campagna di controllo mirata ai beneficiari delle misure di detenzione alternative al carcere, concentrandosi soprattutto su coloro a cui è stato concesso di lavorare al di fuori dei luoghi in cui scontano la pena.
L’obiettivo principale di questa iniziativa, condotta in collaborazione con le 2 Tenenze e le 61 Stazioni carabinieri distribuite in tutta la provincia, insieme al supporto del Nucleo Ispettorato del Lavoro, è stato di monitorare il rispetto degli obblighi legati all’autorizzazione per il lavoro esterno.
Al contempo, si è cercato di garantire la conformità alle norme sulla sicurezza sul lavoro e alla legislazione sociale da parte delle aziende che assumono questi dipendenti.
Nel periodo compreso tra luglio e agosto, le forze dell’ordine hanno effettuato controlli su 150 individui ai domiciliari nelle aziende che avevano offerto loro un impiego, sia in città che in tutta la Provincia di Catania.
In particolare, i carabinieri della compagnia di Randazzo, insieme ai colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania, hanno ispezionato diverse aziende nel settore agroalimentare di Bronte.
Durante queste operazioni, sono stati scoperti 11 casi di lavoro nero e sono state effettuate sanzioni per oltre 35mila euro.
In un caso specifico, durante il controllo di un’azienda agroalimentare a contrada Roccarello, è emerso che un lavoratore, sottoposto a misura di prevenzione personale della Sorveglianza Speciale di Polizia di Stato con obbligo di soggiorno, non era stato regolarizzato per il lavoro svolto in quella stessa azienda. Di conseguenza, il titolare è stato sanzionato con una multa di 3.600 euro per lavoro nero pregresso.
In un altro caso, durante un’ispezione in un‘azienda agricola a contrada Ginestrola, su 15 operai presenti, ben 10 risultavano irregolari in quanto non erano stati assunti né sottoposti alla prevista sorveglianza sanitaria.
Il titolare dell’azienda è stato denunciato per omessa sorveglianza sanitaria dei lavoratori e gli è stata comminata una multa di oltre 25mila euro, oltre alla sospensione dell’attività lavorativa.
Inoltre, grazie alle azioni degli operatori, sono stati recuperati contributi previdenziali ed assistenziali per 9.800 euro.
L’Arma dei carabinieri, attraverso le sue unità territoriali e specializzate, continua a vigilare attentamente per contrastare l’illegalità negli ambienti di lavoro, al fine di garantire i diritti dei lavoratori e promuovere una sana concorrenza nel mercato.
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