CATANIA – Anche il Comitato Cittadino Vulcania Ambiente aderisce allo “Sciopero Globale per il Clima” contro il cambiamento climatico, per chiedere ai dirigenti europei una politica ambientale ambiziosa e forte, capace di rispettare gli accordi presi a salvaguardia del pianeta.
È già iniziata una grande mobilitazione che potrebbe segnare un punto di svolta nella lotta ai cambiamenti climatici. Lo sciopero globale per il clima promette di essere una delle più grandi manifestazioni in difesa dell’ambiente della storia, segnando un punto di svolta nella lotta al riscaldamento globale. È sempre più evidente che la crisi climatica non è una faccenda da ecologisti ma una minaccia senza precedenti per le società moderne, con profonde ripercussioni economiche, politiche e sociali.
Sulla questione è intervenuta la presidente del Comitato, Angela Cerri: “La crisi climatica è il più grave problema che l’umanità si sia mai trovata ad affrontare, supera i confini e coinvolge ogni continente. È ormai evidente che gli impatti del riscaldamento globale non riguardano il futuro delle prossime generazioni, bensì il nostro presente. I cambiamenti climatici sono già con noi e avranno una profonda influenza nel corso delle nostre vite. Anche a Catania, corteo pacifico domani, 27 settembre, sarà l’occasione per dimostrare da che parte stiamo, per cominciare a fare qualcosa di utile e la possibilità di esprimere nella piazza, insieme al gruppo organizzativo Fridays For Future Catania e l’adesione di tantissime associazioni e comitati di categoria, un giudizio sulle decisioni prese al Palazzo di vetro dell’Onu. Tutto ciò per esigere azioni concrete per contrastare gli effetti del riscaldamento globale e cercare di impedire il declino della civiltà”.
Anche le associazioni “Ambiente Nostrum” e “Fare Nostrum” aderiranno allo “Sciopero Globale per il Clima”. “La questione climatica è molto complessa – dice Davide Russo, presidente dell’associazione “Fare Nostrum” e vice presidente dell’associazione “Ambiente Nostrum” -. Secondo gli studi dell’Intergovernmental Panel on Climate Change il pianeta si è scaldato e stiamo andando verso un aumento della temperatura media del globo che a fine secolo potrà essere, se non si interviene decisamente, anche compresa di 4-5 gradi centigradi. Questo aumento della temperatura è dovuto alla continua crescita e concentrazione delle emissioni di gas a effetto serra come il biossido di carbonio, il metano e il protossido di azoto. Questo cambiamento climatico sarà più rapido e più rilevante delle variazioni di temperatura occorse negli ultimi diecimila anni, ossia da quanto esiste la nostra civiltà. È anche vero che i cambiamenti climatici hanno sempre interessato il pianeta Terra ma fino a qualche secolo fa erano lenti, se dovuti a fenomeni naturali, o duravano pochi anni. Questa volta l’influenza dell’uomo è indiscutibile. L’allarme è particolarmente grave per l’Italia, infatti i dati raccolti nel nostro Paese a partire dal 1800 e contenuti nella banca dati di climatologia storica dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche indicano che siamo in presenza di un cambiamento climatico importante e che in Italia l’aumento di temperatura è più forte rispetto al trend della media globale. I dati, infatti, indicano che nel 2018 la temperatura ha superato di 1,58 gradi la media registrata negli anni compresi fra il 1971 e il 2000, superando il precedente record del 2015, con 1,44 gradi sopra la media. Perciò oltre a politiche volte alla riduzione delle emissioni di gas serra per limitare i danni futuri, l’Italia ha urgenza di mettere in atto strategie di adattamento rispetto alla conseguenze dei cambiamenti del clima che sono già in corso. E occorre una mobilitazione a tutti i livelli, dai cittadini alle municipalità, dalle regioni al governo nazionale, per mettere in campo azioni in risposta alla sfida dei cambiamenti climatici”.