CATANIA – “La Celebrazione Eucaristica che vi vede devotamente collegati con la Cattedrale di Catania, costituisce, probabilmente, qualcosa di inedito. Infatti, nel programma della Festa di Sant’Agata, il 5 febbraio è sempre caratterizzato dal Solenne Pontificale in onore della Santa Patrona, abitualmente presieduto, con pochissime eccezioni, da un Cardinale“.
Con queste parole inizia l’omelia proclamata da Mons. Salvatore Gristina in occasione della Santa Messa di oggi in onore di Sant’Agata.
“Una delle eccezioni accadde il 5 febbraio 2003 quando fui io a presiedere il Pontificale in quanto per la prima volta partecipavo alla festa di febbraio come nuovo arcivescovo. Il ricordo di quella celebrazione è particolarmente vivo questa mattina perché presiedo una concelebrazione che nelle modalità dello svolgimento esteriore è molto differente dall’abituale Pontificale del 5 febbraio“, prosegue.
E ancora: “La Messa di questa mattina, nel suo significato e valore, è la stessa cui partecipava Sant’Agata, ascoltando la Parola e nutrendosi del Corpo e del Sangue di Cristo. Per Agata la Santa Messa fu la scuola dove apprese che Cristo aveva dato la vita per lei. Facendo l’esperienza di tanto amore da parte di Gesù, Agata lo ricambiò e consacrò la sua esistenza a Cristo“.
“Noi la veneriamo santa, vergine e martire, cioè innamorata totalmente di Gesù e fedele all’appartenenza a Cristo sino al martirio. Chiediamo a Sant’Agata di ottenerci la grazia di partecipare alla Santa Messa come faceva lei e di ricavarne gli stessi frutti che la resero esemplare discepola di Cristo“, precisa.
“La Parola che abbiamo ascoltato ci illumina per comprendere i tratti essenziali della vita e della testimonianza della nostra Santa Patrona. Oggi celebriamo ancora una volta il momento benedetto in cui Agata ha messo in pratica quanto noi abbiamo ascoltato nel brano del Vangelo di Matteo (10, 28-33). Esso riporta le parole con cui Gesù incoraggia i discepoli in vista delle persecuzioni che avrebbero dovuto affrontare: “Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima …'”, sottolinea.
Inoltre: “Le parole di Gesù confermano quanto abbiamo ascoltato nella prima lettura (Marco 7, 1-2.9-14). Essa riferisce sul caso dei settefratelli che, presi insieme alla loro madre, resistettero alle minacce e alle lusinghe con la forza che loro infondeva la certezza della risurrezione per chi resta fedele all’alleanza con Dio fino a sacrificare la propria vita: ‘È preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati…'”. Paolo nel brano della seconda lettera ai Corinti (6, 4-10) descrive lo stile forte ed esigente della testimonianza che i discepoli sono chiamati a dare nei riguardi del loro Maestro”.
“Leggendo il testo della Passione di Agata possiamo ammirare la corrispondenza tra il suo comportamento e il contenuto delle tre letture della Messa. Ascoltandole, noi forse ci siamo scoraggiati. Infatti, esse ci descrivono prospettive e traguardi paradossali rispetto a quanto abitualmente ascoltiamo dagli altri o pensiamo noi stessi, indottrinati da una pubblicità sempre più invadente e suadente”, dichiara.
“Agata ascoltò le parole di Gesù, le accolse con gioia e le visse coraggiosamente. Per questo noi la ricordiamo e la veneriamo; per questo siamo fieri di lei e ne parliamo come di una persona che vorremmo imitare. Questo, sorelle e fratelli, è il motivo più vero della nostra devozione agatina: nel profondo del nostro cuore abbiamo il desiderio di vivere come Agata, con le sue virtù, superando ogni rispetto umano e divenendo sempre più cittadini e cristiani esemplari”, afferma.
“Anche questa mattina la voce della giovane Agata risuona forte e sicura nell’incoraggiarci a imitarla nel restare uniti a Gesù per seguirlo sempre, anche nelle circostanze in cui proclamarci cristiani e vivere come discepoli di Gesù non è facile, ma richiede forza e costa sacrificio”, aggiunge.
“Comportandoci così seguiremo davvero Sant’Agata. Questo è, o dovrebbe essere, il significato autentico delle partecipate processioni agatine. Quest’anno, come l’anno scorso, esse non possono svolgersi secondo le indicazioni che i Vescovi di Sicilia abbiamo prudentemente emanato a causa della pandemia. L’assenza delle processioni può aiutarci a comprendere meglio che partecipare a questi gesti di devozione in onore della Madonna e dei Santi, costituisce un pubblico impegno di voler camminare con loro, di vivere come loro”, ribadisce.
Ancora: “Venerando i santi e cercando di imitarli, la Chiesa di Catania vuole realizzare con l’audacia della fede il suo pellegrinaggio terreno alla luce del Vangelo. La Santa Patrona ci accompagna con la sua gloriosa testimonianza, soprattutto in questa stagione della storia della Chiesa universale e particolare”.
Infatti, “in comunione con tutte le Chiese abbiamo iniziato il cammino sinodale diocesano per una Chiesa sinodale che ci vedrà crescere nella comunione, nella partecipazione e nella missionarietà. In questo cammino si inserirà giorno 19 febbraio il nuovo Arcivescovo, Sua Eccellenza Monsignor Luigi Renna. Egli diventerà nostro compagno di viaggio; anzi, lo guiderà con il ministero episcopale che svolgerà tra di noi con la luce e la forza dello Spirito e come immagine autentica di Gesù Buon Pastore”.
“Nuovamente lo affidiamo alla protezione di Sant’Agata, alla quale affido anche me stesso affinché mi accompagni nell’ultimo tratto del cammino della mia vita. Anche per questo desidero trascorrere il resto dei giorni, che il Signore vorrà concedermi, in questa amata Chiesa catanese”, prosegue.
“Resterò così unito a voi, sotto la guida del nuovo Pastore, verso il quale fin d’ora e pubblicamente, nella fraternità episcopale, prometto rispetto e obbedienza. Insieme pregheremo affinché la nostra Chiesa, la Chiesa della gloriosa nostra Patrona Sant’Agata, cresca nella fedeltà allo Sposo divino e nel multiforme servizio che il Signore le affida. Così sia per tutti noi”, conclude.
Foto di repertorio
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