CATANIA – I carabinieri della compagnia di Gravina di Catania, con la collaborazione di altre compagnie e con il supporto del 12° Nucleo Elicotteri carabinieri di Catania, hanno dato esecuzione a un decreto di fermo nei confronti di sette soggetti:
I sette sono gravemente indiziati di aver commesso, in concorso tra loro, una serie di delitti di ricettazione aggravata fino al marzo del corrente anno, nei territori di Camporotondo Etneo e Ramacca.
Le indagini, coordinate dalla Procura e svolte dai carabinieri della compagnia di Gravina di Catania, hanno consentito di raccogliere, allo stato degli atti, elementi indiziari che dimostrerebbero il coinvolgimento degli indagati in due episodi specifici.
In particolare, gli indagati sarebbero responsabili della ricettazione di tre mezzi pesanti rubati da ignoti ai danni di imprenditori locali e di una cassaforte, asportata da una gioielleria di Agira, contenente preziosi per un valore superiore ai 100mila euro.
Il provvedimento restrittivo è frutto delle indagini scaturite dalle denunce delle vittime, tempestivamente sviluppate attraverso attività tecniche e di osservazione.
Queste attività hanno consentito di individuare i luoghi di occultamento della refurtiva, in particolare un terreno agricolo tra Belpasso e Camporotondo Etneo, e un altro fondo nel territorio di Ramacca, dove i mezzi pesanti erano stati nascosti con l’ausilio di una ruspa cingolata.
Nel corso delle indagini, è stato accertato che gli indagati, dopo aver trasportato la cassaforte nel fondo agricolo di Ramacca con un autocarro dotato di gru, stavano tentando di scardinarla con l’utilizzo di un flex.
L’intervento delle pattuglie dei carabinieri ha impedito che il crimine fosse portato a termine, consentendo il recupero dei preziosi, anche se gli indagati sono riusciti a fuggire grazie all’avviso di una vedetta.
In considerazione della gravità del quadro indiziario, la Procura ha disposto il fermo di indiziato di delitto nei confronti dei sette soggetti, provvedimento che è stato eseguito dai carabinieri nella notte del 25 marzo.
Contestualmente, sono stati recuperati e restituiti ai legittimi proprietari sia i mezzi trafugati che la cassaforte.
Pur non essendo stato convalidato il fermo, a causa di profili formali relativi al pericolo di fuga, il Giudice per le indagini preliminari ha successivamente disposto la custodia in carcere per gli indagati, ritenendo corretta la qualificazione giuridica dei reati contestati.
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