Ruba cucciolo di falco pellegrino: scatta il sequestro, falco adottato effettua il primo volo

Ruba cucciolo di falco pellegrino: scatta il sequestro, falco adottato effettua il primo volo

CATANIA – Nelle scorse settimane il nucleo carabinieri CITES di Catania, congiuntamente al SOARDA (Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati a Danno degli Animali), dopo un’attenta e scrupolosa preparazione, ha effettuato numerose attività investigative e di controllo finalizzate alla repressione del fenomeno del prelievo in natura di specie protette, in particolar modo uccelli rapaci, per essere successivamente istradate nel commercio illegale, specialmente rivolto al mondo della falconeria.

In data 3 maggio, durante un controllo a un noto falconiere dell’ennese, è stato trovato un pullo di pochissimi giorni di falco pellegrino, sottratto dal nido nei giorni precedenti per essere venduto e usato, una volta completato lo sviluppo, per la falconeria.

L’esemplare veniva quindi sequestrato dai carabinieri e tempestivamente veniva presa la decisione, in collaborazione con i tecnici del progetto LIFE ConRaSi (Conservazione dei Rapaci Siciliani) del WWF e del Gruppo Tutela Rapaci, impegnati nella conservazione dei rapaci in Sicilia, di inserire il piccolo in un nido naturale di falco pellegrino per farlo adottare e dargli così la possibilità di tornare in natura.

È stato quindi selezionato un nido i cui giovani avessero un’età simile al piccolo trafugato e si è proceduto, attraverso un rocciatore esperto, a collocare il piccolo dentro il nido adottivo. La nidificazione veniva quindi costantemente monitorata dai tecnici del progetto LIFE e dai carabinieri Forestali.

Da subito il piccolo è stato accettato da genitori e fratelli adottivi e, nel corso delle successive settimane, è cresciuto vigorosamente, accudito dalla nuova famiglia che ha provveduto a nutrirlo per diverse volte al giorno. Nel pomeriggio del 29 maggio, il piccolo, dopo giorni di allenamento, finalmente ha spiccato il primo volo, finalmente libero.

Questo evento segna il felice epilogo di un’intensa attività investigativa portata avanti dal nucleo carabinieri Cites di Catania e dal SOARDA per porre un freno al traffico di specie protette che da anni colpisce il territorio nazionale, e in particolare la Sicilia, in cui vivono le popolazioni più importanti di rapaci d’Italia, tra cui l’Aquila di Bonelli e il Falco Lanario, che rischiano l’estinzione a causa del fenomeno del prelievo di uova e pulcini che vengono poi venduti, con false certificazioni, nel mercato nero della falconeria.

Per combattere questo fenomeno, dal 2010 in Sicilia è in attività il lavoro del Gruppo Tutela Rapaci e dal 2016 è in corso il progetto LIFE ConRaSi, che, tra le azioni, prevede la sorveglianza, anche attraverso l’ausilio di tecnologie avanzate, dei siti di nidificazione e grazie alla stretta collaborazione con le forze dell’ordine, di contrastare il saccheggio dei nidi. Tra i risultati finora ottenuti la sensibile ripresa della popolazione dell’Aquila di Bonelli siciliana, che adesso conta ben 46 coppie. È doveroso ricordare che il traffico di specie protette è uno degli affari più lucrosi a livello mondiale, seguendo soltanto il traffico di droga, armi e tratta di esseri umani.