MODICA – Il personale del Commissariato di Modica, coadiuvato dai colleghi del Commissariato etneo di Nesima, ha eseguito una ordinanza applicativa di misura cautelare ai danni dell’autore di una rapina, consumata all’interno di uno stabile nel centro di Modica (Ragusa).
A gennaio, l’autore della rapina (con un suo complice che lo attendeva in auto) si era introdotto in un appartamento al terzo piano di uno stabile in via Fosso Tantillo, forzando il portone d’ingresso con un cacciavite. Nella circostanza si era azionato il sistema di allarme dell’appartamento che ha comunicato l’avvenuta intrusione di qualcuno al figlio della proprietaria. Proprio il giovane, trovandosi nelle vicinanze della casa, è subito intervenuto per controllare. Ha quindi sorpreso il ladro mentre quest’ultimo stava cercando di scappare in tutta fretta dall’appartamento.
Tra i due è scoppiata una breve colluttazione alla fine della quale il malvivente ha abbandonato lo zaino contente la refurtiva rubata poco prima insieme al cacciavite con cui aveva forzato l’ingresso.
Carmelo Reina, 47 anni
Il figlio della proprietaria della casa, benché malconcio a causa della colluttazione, è riuscito comunque a scattare qualche foto al rapinatore in fuga. Nel frattempo, anche alcuni vicini di casa – allertati dal trambusto – sono riusciti a trascrivere i numeri di targa iniziali del veicolo utilizzato dal ladro che si allontanava ad alta velocità dalla zona.
La polizia di Modica ha iniziato quindi una accurata attività di riscontro per identificare il ladro e il suo complice e ottenere elementi probatori a loro carico. La successiva acquisizione delle immagini dal sistema di videosorveglianza installato all’interno dell’appartamento derubato insieme ai numeri parziali della targa del complice hanno portato alla completa identificazione dell’autore dell’accaduto: Carmelo Reina, di 47 anni, pregiudicato per per reati analoghi e residente a Catania.
Al termine della attività d’indagine è stata inviata una dettagliata segnalazione alla Procura di Ragusa che condivideva pienamente quanto accertato dalla polizia di Stato nel corso delle indagini. La richiesta del pubblico ministero che ha coordinato le indagini ha trovato pieno riscontro nelle valutazioni dell’ufficio del giudice per le indagini preliminari che ha deciso di applicare nei confronti dell’autore la misura cautelare dell’arresto.
