CATANIA – “No alla delegittimazione di un accordo molto positivo per Catania, sul piano dei diritti e delle retribuzioni dei lavoratori, della stabilizzazione dei summer job e delle 700 assunzioni nel nuovo stabilimento per la lavorazione del carburo di silicio“. Saro Pappalardo, segretario generale di Fismic Catania, sindacato aderente a Confsal, replica così alle polemiche dei vertici di Uilm Catania sul rinnovo del contratto aziendale per i lavoratori di St Microelectronics. L’accordo, raggiunto dopo lunghe trattative da Confsal – insieme a tutte le altre organizzazioni sindacali e al coordinamento nazionale Rsu – dovrà essere confermato dai lavoratori. “Siamo fiduciosi che, nonostante tanta disinformazione, verranno compresi e approvati i vantaggi e le nuove tutele introdotte“, aggiunge Pappalardo.
Il numero uno di Fismic Catania ricorda come Uilm sia stata l’unica sigla a non essere convocata al tavolo nazionale. Non certo per una discriminazione. “Invece di costruire un percorso insieme alle altre forze sindacali e all’azienda, hanno scelto di isolarsi promettendo una piattaforma diversa da quella presentata da tutte le altre OO.SS. e dal coordinamento nazionale delle Rsu“, spiega Pappalardo. Secondo il dirigente sindacale, dunque, “Uilm sta contestando una trattativa a cui non era presente. Invece di tentare di smontare l’accordo raggiunto, peraltro in modo abbastanza maldestro, farebbe bene ad occuparsi di portare ai lavoratori i risultati promessi“.
Il segretario generale di Fismic Catania entra nel dettaglio di alcune delle contestazioni avanzate. Su tutte, quella sulla mancata stabilizzazione dei summer job. “Come detto l’accordo prevede oltre 700 assunzioni per il nuovo plant produttivo del carburo di silicio. Se la matematica non è una opinione, i lavoratori stagionali sono un numero nettamente inferiore rispetto alle assunzioni che verranno programmate in prospettiva“. Inoltre, prosegue Pappalardo, “la storia di St racconta che, per fortuna, i summer job sono da sempre stati considerati con priorità nelle assunzioni. Posizione ribadita da questo accordo, che mette nero su bianco la priorità per chi ha un numero più alto numero di mesi lavorati (nove mesi sono un periodo congruo)“. Quanto alla “esclusività”, è stata evitata “per tutta una serie di motivi, primo fra tutti il fatto che stavolta la richiesta è molto più alta della domanda“.
Saro Pappalardo, dunque, si dice esterrefatto dal dibattito in corso. “Da una parte abbiamo un accordo raggiunto faticosamente, dopo mesi di lavoro e trattative serrate. Dall’altra una polemica che non porta risultati per il territorio e i lavoratori“. “Chi critica l’intesa, anziché infondere preoccupazioni tra lavoratori a tempo determinato e indeterminato – cercando di smontare un contratto che al contrario è molto innovativo e garantisce più tutele – si adoperi, se ci riesce, a fare un accordo migliore del nostro. Portando, forse per la prima volta, risultati congrui e tangibili ai lavoratori“, conclude Pappalardo.