Rifiuti, da Catania attacco di Legambiente a Crocetta

CATANIA – Oggi in occasione del seminario “La questione dei rifiuti” svoltosi a Villa Cerami, Mimmo Fontana, presidente regionale di Legambiente Sicilia, ci ha rilasciato un’intervista sullo spinoso problema dei rifiuti.

In un momento delicato in cui il presidente della regione Rosario Crocetta si impegna a chiedere alla Presidenza del Consiglio lo stato di emergenza rifiuti in Sicilia per potere compiere in modo veloce tutti gli atti necessari alla realizzazione di un piano di investimenti che riorganizzi l’intero settore, Mimmo Fontana afferma che “richiedere lo stato d’emergenza non serve a nessuno e tutte le volte che è stato richiesto non è servito a nulla. Il piano regionale dei rifiuti esiste già ed è stato approvato dal ministero dell’ambiente nel 2012. Non è completo e bisogna rivederlo nei dettagli ma non è completamente da riscrivere come sostiene il presidente della regione. L’unico deficit vero di questo piano è che è stato redatto tra il 2010-2012 e ai tempi prevedeva che si dovesse iniziare al più presto la raccolta differenziata. Siamo nel 2014 e ancora nulla si muove, anzi la raccolta differenziata nell’isola si attesta al di sotto del 10%. Oggi è vero che quelle discariche previste in quel piano sono insufficienti ma sono insufficienti perché la raccolta differenziata non è mai partita”.

All’affermazione di Rosario Crocetta sulla necessità di un’impiantistica pubblica che sottragga la Sicilia a varie forme di speculazione Fontana ribatte: “Questa mi pare sinceramente una sciocchezza. Faccio un esempio: la peggiore discarica in Sicilia è quella di Bellolampo a Palermo che è una discarica pubblica, cara e molto inquinante da un punto di vista ambientale. Viceversa la discarica meglio gestita e meno cara (che costa 70 euro) è quella di Siculiana ad Agrigento che invece è privata. Io non dico che le discariche debbano essere private ma dico che questa alternativa pubblico-privato è una sciocchezza. Dovremmo fare la raccolta differenziata piuttosto che puntare sulle discariche. Discutere sull’alternativa pubblico-privato è un modo di parlare d’altro e non affrontare il problema principale che è quello della totale assenza di una politica di raccolta differenziata”.

Secondo Fontana, l’unico modo per uscire da questo stato di precarietà nel settore rifiuti è quello di “copiare ciò che altre regioni hanno fatto meglio di noi. La Campania, per esempio, era una regione in grave emergenza, ma oggi fa il 44% di raccolta differenziata e, senza Napoli che abbassa le percentuali, sarebbe una delle prime regioni d’Italia. In questo caso la regione ha semplicemente deciso di gestire i rifiuti come prevede la legge riuscendo anche a mettere ai margini i camorristi. Sarà umiliante ma nella condizione in cui ci troviamo non possiamo guardare alle regioni del nord ma a modelli più raggiungibili. Questo governo deve capire che bisogna partire da qui e investire energie nella raccolta differenziata che se gestita male rischia di alimentare il traffico locale e internazionale di rifiuti a favore delle cosche mafiose”.

Daniela Torrisi

Redazione

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