Rientro dei cervelli, tra agevolazioni e scelte di vita

Rientro dei cervelli, tra agevolazioni e scelte di vita

CATANIA – Negli ultimi 10 anni si è sempre discusso del fenomeno della “fuga di cervelli”, dovuto alle precarie condizioni di instabilità nel mondo del lavoro e della ricerca, ma raramente si è parlato del fenomeno inverso, cioè, il rientro dei cervelli.

Stanno pian piano, infatti, rientrando in suolo italiano i connazionali che sono partiti per studio e ricerca in atenei e paesi stranieri. In molti i giovani che, dopo aver vissuto un’esperienza accademica o lavorativa, tentano di tornare in madre patria e avviare e continuare la propria attività lavorativa o di studio.

Tra i ragazzi rientranti in Italia, oltre il 50%, lo fa anche a costo di stipendi più bassi ma con l’obiettivo di poter fare ripartire il bel Paese che da sempre è la culla della civiltà.

I ricercatori e lavoratori che hanno l’intenzione di voler intraprendere una carriera lavorativa in Italia, dopo essere stati all’estero, sono agevolati dal Governo che, per contrastare l’emigrazioni delle menti ha previsto dei piani di aiuto e delle agevolazioni fiscali.

Come spiega la presidenza del Consiglio, attraverso il “Decreto Crescita” (Decreto legge 30 aprile 2019, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 giugno 2019, n. 58) sono previste alcune misure specifiche per incentivare il “rientro dei cervelli”, attraverso benefici fiscali in favore di lavoratori, docenti e ricercatori, nonché di pensionati e sportivi professionisti che decidano di trasferire la propria residenza in Italia.

Tra le principali modifiche, la durata del regime di favore fiscale per i docenti e i ricercatori che si trasferiscono in Italia a partire dal 2020 viene spostato a 6 anni e per i lavoratori impatriati la riduzione dell’imponibile passa dal 50 al 70 per cento.

Ma il decreto prevede, inoltre, maggiori agevolazioni se si rientra in  determinate regioni del centro e del meridione, tra queste la Sicilia. In questi casi l’agevolazione fiscale arriva al 90%.

Anche gli italiani residenti all’estero non iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE) possono accedere alle agevolazioni a patto che abbiano avuto la residenza in un altro Stato ai sensi di una convenzione contro le doppie imposizioni sui redditi nei due periodi di imposta precedenti il trasferimento in Italia.

Fonte immagine: Infooggi