CATANIA – Denunciati alla Procura della Repubblica di Catania 267 indebiti percettori del Reddito di Cittadinanza distribuiti in tutta la provincia etnea. A deferire i “furbetti” sono stati i carabinieri del Comando Provinciale di Catania al termine di una complessa attività investigativa intrapresa congiuntamente alla Direzione Provinciale dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (I.N.P.S.). Le indagini sono partite da soggetti che non avevano dichiarato di essere già riscossori dell’Indennità di disoccupazione agricola; gli inquirenti hanno accertato escamotage attraverso cui i soggetti denunciati avrebbero “ingannato” lo Stato per ottenere il beneficio.
Oltre infatti alle false attestazioni su composizione e redditi dei nuclei familiari, i militari dell’Arma e il personale dell’INPS hanno scovato anche diversi extracomunitari che incassavano il sussidio, pur non residenti in Italia da almeno 10 anni. Tra questi, emblematico il caso di un 44enne di Gravina di Catania, che pur vivendo con il padre in una casa popolare (per la quale il genitore non versa il canone da quasi 30 anni), ha falsamente asserito di dover pagare 500 euro mensili d’affitto, al fine di ottenere una quota maggiorata del beneficio.
Nei 267 deferiti, figurano numerosi soggetti gravati da pregiudizi per gravi reati come associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga e all’immigrazione clandestina, estorsione, rapina, riciclaggio, maltrattamenti in famiglia e atti persecutori. Presenti inoltre anche alcuni parcheggiatori abusivi e ben undici appartenenti alla etnia semi-nomade dei Caminanti di Adrano.
L’importo complessivo indebitamente riscosso ammonta a oltre 1,3 milioni di euro.
Oltre agli odierni indagati, il Comando Provinciale di Catania, sin dal 2021, ha già deferito ulteriori 640 persone che godevano senza diritto del Reddito di Cittadinanza, per un danno alle casse dello Stato, nel triennio 2020-2022, di complessivi 5 milioni di euro circa.
Nello specifico, i 267 soggetti, sono ritenuti responsabili di aver “indebitamente percepito il Reddito di Cittadinanza” nell’arco temporale compreso tra il 2019 e il 2022. L’indagine, che trae origine da una mirata e approfondita attività di analisi sulle posizioni dei cittadini percettori di erogazioni pubbliche elargite dallo Stato, ha infatti consentito di documentare come gli indagati, ricorrendo a dichiarazioni mendaci, o al contrario omettendo informazioni dovute, avrebbero ottenuto il sussidio senza averne diritto.
Tre, in particolare, i modus operandi attraverso i quali i “furbetti” avrebbero concretizzato le frodi nella provincia etnea. Il primo, che riguarda la maggior parte dei deferiti, si riferisce a coloro che nonostante fossero già destinatari di “indennità di disoccupazione agricola”, avrebbero evitato di dichiarare il reddito da lavoro dipendente – le cosiddette “giornate di lavoro” -, situazione incompatibile per la concessione del Reddito di Cittadinanza o, quanto meno, utile per rideterminarne l’importo. Partendo da tale dato operativo, la platea di individui e le condotte illecite oggetto delle investigazioni si sono poi ampliate. È stato quindi possibile accertare, tra gli indebiti percettori, anche il coinvolgimento di 25 extracomunitari (brasiliani, guineani, marocchini, malesi, nigeriani, rumeni, senegalesi, sri lankesi, tunisini e polacchi), che incassavano il beneficio anche se non residenti in Italia da almeno 10 anni, a cui si sono aggiunte altre 50 persone circa, che avrebbero comunicato dati incongruenti su composizione o capacità reddituale dei rispettivi nuclei familiari, ricevendo il Reddito di Cittadinanza in misura maggiore rispetto a quanto dovuto.
Tra i 267 deferiti, figurano circa 40 soggetti gravati da pregiudizi di polizia per reati che vanno dall’associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e all’immigrazione clandestina, all’estorsione, rapina, riciclaggio, ricettazione, furto, truffa, maltrattamenti in famiglia e atti persecutori. Presenti inoltre anche alcuni parcheggiatori abusivi e ben 11 appartenenti alla etnia semi-nomade dei “Caminanti di Adrano”.
L’importo complessivo riscosso indebitamente, a vario titolo, tra il 2019 e lo scorso settembre, è di oltre 1,3 milioni di euro. Al riguardo, l’I.N.P.S. ha già revocato il beneficio con efficacia retroattiva a tutti i denunciati e avviato le necessarie procedure di restituzione di quanto illecitamente percepito.
L’attività odierna è solo l’ultima delle azioni di contrasto avviate dai Carabinieri sull’indebita percezione di denaro pubblico connessa al del “Reddito di cittadinanza”. Al riguardo, i numerosi controlli avviati sin dal 2021 nella provincia di Catania, anche in collaborazione con il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro del capoluogo etneo, hanno infatti già consentito di individuare e denunciare ulteriori 640 persone che riscuotevano il sussidio senza averne il diritto, per un danno complessivo alle casse dello Stato, nel triennio 2020-2022, di complessivi 5 milioni di euro circa; tra questi, era emerso come almeno 80 cittadini, avessero personalmente richiesto ed ottenuto il beneficio pur essendo gravati da sentenze passate in giudicato per i reati di “associazione di tipo mafioso” o omettendo di comunicare che all’interno del proprio nucleo familiare, vi fosse tra i destinatari del reddito di cittadinanza anche un proprio congiunto gravato da sentenze di condanna definitive per associazione di tipo mafioso.
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