PATERNÒ – Su delega della Procura Distrettuale della Repubblica, i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Paternò hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania a carico del paternese Giuseppe Ardizzone di 40 anni, perché ritenuto responsabile del reato di “rapina aggravata”.
Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania, in uno stato del procedimento nel quale non è ancora intervenuto il contraddittorio con l’indagato, avrebbero consentito l’emissione del provvedimento nei confronti dell’uomo.
I fatti, risalenti intorno alle 10,30 del 20 ottobre scorso, si riferiscono ad una rapina, perpetrata da un uomo col volto travisato e armato di un revolver, in un supermercato del Corso Italia di Paternò. In particolare, durante le concitate fasi della rapina, il malvivente, pistola in pugno, avrebbe fatto irruzione all’interno dell’esercizio commerciale, gridando ad alta voce e con marcato accento paternese: “… questa è una rapina!…“, così da generare il panico tra gli avventori del punto vendita e tra gli stessi impiegati.
Il rapinatore si sarebbe quindi diretto verso la cassa, puntando l’arma contro il cassiere dietro minaccia di fare fuoco qualora non avesse consegnato il denaro. Quest’ultimo, intimorito dalla minaccia, avrebbe consegnato l’interno incasso di circa 400 euro. Una volta messo a segno il colpo, il 40enne si sarebbe dileguato rapidamente a piedi, per poi raggiungere un’utilitaria parcheggiata poco distante, il cui numero di targa, parzialmente annotato da una passante che avrebbe assistito alla fuga, veniva poi fornito agli inquirenti.
Tempestiva è stata la segnalazione di allarme, da parte delle persone presenti nel supermercato, alla Centrale Operativa dei Carabinieri di Paternò che ha provveduto ad inviare sul posto alcune pattuglie. Gli equipaggi intervenuti, avviando immediatamente le indagini per risalire all’autore del delitto, hanno visionato le immagini del sistema di videosorveglianza del supermercato ed ascoltato coloro che potevano fornire indicazioni utili all’attività investigativa.
Le serrate indagini hanno permesso ai carabinieri di risalire in breve tempo alla macchina, utilizzata dal malvivente per assicurarsi la fuga, che è stata rinvenuta parcheggiata in Piazza Carlo Alberto. In seguito ad ulteriori accertamenti è emerso che l’auto risultava essere intestata alla 68enne madre dell’Ardizzone e, dopo il rinvenimento del veicolo, si è dunque stretto ulteriormente il cerchio intorno al 40enne.
Dopo aver effettuato un appostamento nella predetta piazza, in meno di 24 ore i carabinieri sono riusciti a rintracciarlo, attendendo il suo arrivo e poi lo hanno bloccato. I militari a seguito dell’esame delle telecamere di sorveglianza, hanno ricostruito la dinamica dell’evento criminoso.
A completamento del quadro investigativo i carabinieri hanno rinvenuto la pistola scacciacani priva di tappo rosso e il passamontagna utilizzati per l’assalto, ben nascosti sotto alcune pietre ai piedi di piante di ficodindia in località Cesarea.
Le risultanze investigative, compendiate dai carabinieri di Paternò alla Procura Distrettuale di Catania, hanno quindi consentito al G.I.P. del Tribunale etneo di emettere il provvedimento cautelare a carico di Giuseppe Ardizzone, che è stato associato quindi al carcere catanese di Piazza Lanza.
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