GIARRE – Su richiesta della Procura della Repubblica di Catania, il Giudice per le Indagini Preliminari ha emesso un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di tre giovani, gravemente indiziati – seppur nella fase preliminare e nel rispetto della presunzione di innocenza – dei reati di rapina aggravata e lesioni personali in concorso.
Si tratta di:
- Giuseppe Caltabiano, 23 anni, di Taormina;
- Joele Campo, 18 anni, di Giarre;
- Isidoro Musumeci, 21 anni, di Catania.
L’aggressione e la rapina
I fatti risalgono alla notte del 15 giugno 2025, quando un 34enne imprenditore di Riposto è stato aggredito in piazza San Francesco a Giarre.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri, i tre indagati – dopo averlo individuato all’interno di un bar del centro – lo avrebbero seguito fino alla sua auto e, con un pretesto, gli avrebbero chiesto un passaggio verso la stazione ferroviaria.
Poco dopo, approfittando di un momento di distrazione, gli avrebbero sottratto l’autovettura e, quando l’uomo ha tentato di riottenere il mezzo offrendo 100 euro, sarebbe stato colpito con calci e pugni e derubato di una collana d’oro, di 650 euro in contanti e di altri effetti personali.
La vittima ha riportato trauma cranico minore, trauma alla colonna cervicale ed escoriazioni multiple.
Le indagini dei carabinieri
L’indagine, avviata subito dopo la segnalazione al Numero Unico di Emergenza 112, ha permesso ai carabinieri della compagnia di Giarre di ricostruire con precisione la dinamica dell’accaduto.
Decisive si sono rivelate le immagini dei sistemi di videosorveglianza presenti nella zona, che hanno consentito di identificare i tre presunti responsabili e di delineare le fasi della rapina.
Le misure cautelari
Alla luce dei gravi indizi raccolti e del pericolo di recidiva, il GIP ha disposto per Giuseppe Caltabiano la custodia cautelare in carcere, in considerazione di un precedente specifico, mentre per Joele Campo e Isidoro Musumeci sono stati disposti gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.
Le misure sono state eseguite dai carabinieri, con la traduzione di Caltabiano nel carcere di Piazza Lanza e l’accompagnamento degli altri due indagati nelle rispettive abitazioni.
Come previsto dal principio costituzionale, i tre giovani sono da ritenersi presunti innocenti fino a sentenza definitiva di condanna.