PATERNO’ – Arriva la replica di uno dei membri di #Salvaciclisti-Catania in merito ad un articolo pubblicato nei giorni scorsi dalla nostra redazione (clicca qui per leggerlo), sulla segnalazione di una utente e relativa risposta del direttore generale Fiore, sul caso dell’inefficienza dei trasporti FCE a Paternò.
La replica di #Salvaciclisti-Catania
“In un recente articolo dal titolo ‘Paternò, il caso dell’inefficienza dei trasporti FCE: la lettera di un utente e la risposta del Direttore Fiore’, un lettore lamenta la assoluta inadeguatezza dei servizi fino a Paternò, e gli fanno eco sui social altri utenti che lamentano la ancor più carente situazione nelle tratte successive. Il Direttore FCE risponde affermando che la causa dei disservizi è l’insolito aumento nella richiesta di trasporto pubblico dovuta all’apertura delle scuole in concomitanza all’aumento del costo del carburante.
Mi permetto qui di replicare evidenziando come, in base a fatti e dati noti, la causa dei disservizi è in realtà completamente diversa e strettamente legata, al contrario di quanto affermato, alla drastica riduzione dell’offerta per ben precise scelte di gestione. E sebbene i tagli al servizio ferroviario di FCE sono iniziati non più tardi degli anni ’90 – quando, in seguito all’apertura della ‘Metropolitana’, col conseguente taglio anche fisico del binario di superficie che un tempo arrivava al porto (vedi foto 2, alla stazione Borgo), le corse extraurbane sono state via via ridotte e, con scelta tanto inadeguata quanto scellerata che ci riporta indietro agli anni ’50, sostituite (ma solo in parte) su gomma (vedi grafico foto 3), è solo proprio negli ultimissimi anni che si è deciso di imprimere il colpo di grazia.
Nel 2018 infatti, come si vede in foto 4, le corse fino a Randazzo erano ancora 11, +1 che fermava a Bronte, +3 ad Adrano, +6 a Paternò (situazione analoga al ritorno), mentre sul versante Riposto-Randazzo (la Circum era già stata virtualmente ‘divisa’ in due sezioni di movimento) le corse erano 6 all’andata e 5 al ritorno.
Intanto l’esigenza di incrementare il ridottissimo servizio della ‘metropolitana’ si faceva impellente, sia per motivi di ‘decenza’, sia per fugare le perplessità che, pare, la Commissione Europea aveva espresso in merito all’allucinante progetto di ‘prolungamento’.
A questa esigenza si riuscì inizialmente a far fronte grazie ad una trovata ‘geniale’ dell’Università di Catania: l’abbonamento ‘gratuito’ alla FCE (solo la ‘metropolitana’, beninteso). In realtà si trattò di una vera e propria distrazione di fondi, in quanto l’abbonamento – che era ‘coatto’ e non discrezionale – è stato pagato dagli stessi studenti, prelevando tout court l’intera somma necessaria dalle loro tasse universitarie. E così coi ricavi puliti di 48.000 abbonamenti extra, il servizio è stato economicamente mantenuto in piedi per un paio di anni, nonostante le evidenti difficoltà, sul fronte extraurbano, per la mancanza di risorse e di personale (anche questo ridotto, anziché incrementato).
Ecco che nel 2020, giunto il ‘provvidenziale’ pretesto del Covid, l’Università può quasi del tutto essere sollevata dall’oneroso incarico grazie alla pretestuosa decimazione delle corse (quando, al contrario, per motivi di distanziamento avrebbero dovuto essere incrementate, non certo ridotte), riduzione però ingiustificatamente mantenuta, sulla ferrovia, ancora oggi (vedi orario attuale in foto 5): 4 corse arrivano fino a Randazzo, + 1 che ferma ad Adrano, +9 a Paternò (situazione analoga al ritorno), mentre sulla Riposto-Randazzo ci ritroviamo con un treno che fa la spola tre volte al giorno. Ultimo treno da Randazzo per CT? Alle 15. Ultimo treno per Paternò? 16,23.
Se questo non vi pare un’offerta sufficientemente scadente, aggiungete che il servizio è più lento di 40 anni fa, perché moltissimi passaggi a livello oggi sono stati lasciati incustoditi (vedi ad esempio foto 6, a Cibali), per cui, con le norme attuali, il macchinista ha l’obbligo di fermarsi e dare la precedenza alle auto!
Aggiungete che i nuovissimi ‘Vulcano’ sono da oltre 2 anni rimessati alle intemperie (foto 7) per impossibilità di manutenzione mai adeguatamente chiarita, e quindi sono in servizio solo le motrici ormai storiche (quelle poche che non sono state lasciate dissennatamente a marcire anziché essere conservate per servizi storico/turistico spesso annunciati e mai attuati). Era comunque già discutibile la scelta di acquistare convogli con una capienza massima (200 posti) minore di quella delle vecchissime RALn64 ancora in servizio che, nella massima composizione di 4 (da sempre possibile) raggiungevano i 256 posti a sedere.
Aggiungete che la tratta Galatea-Porto, dopo che era stata disfatta e rifatta per essere usata proprio dai treni della ‘metro’, è stata indiscriminatamente dismessa da oltre 5 anni (foto 8).
Aggiungete che il servizio di trasporto bici, nonostante siano ancora quotidianamente in servizio due ADe appositamente predisposte con 8 stalli ciascuna (foto 9), è sospeso per conclamata incapacità nella pianificazione degli orari e dei rotabili.
Aggiungete che sono stati appena ottenuti e sbandierati ulteriori finanziamenti di 5,2 milioni di euro extra all’anno per aumentare l’orario di servizio della ‘metropolitana’, ma non uno spicciolo di questi andrà alla Circum.
Aggiungete che l’ultima gara per la fornitura di 15 nuove motrici è andata deserta (foto 10), nonostante, si è saputo, la stessa Stadler (rinomato produttore svizzero di treni a scartamento ridotto) fosse venuta a fare dei sopralluoghi (sarà stato combinato qualche pasticcio?) e quindi siamo in trepida attesa dell’esito della nuova gara (foto 11) ancora in corso, sperando che, per qualche inconfessabile magagna, non vada deserta anche questa.
Ma questo è solo quanto fatto in tempi recenti, che unito alle ben più gravi mutilazioni del passato (maybe sulla prox puntata), costituisce ancora un timido e scialbo aperitivo di quanto in programma, con il prolungamento della ‘metropolitana’ fino ad Adrano e la conseguente dismissione della linea di superficie duplicata quasi interamente in sotterranea”.