Protesta davanti allo IOM. Dipendenti Myrmex: “Un mese di contratto è una presa in giro”

VIAGRANDE – Il conto alla rovescia per il licenziamento definitivo è cominciato e i lavoratori della Myrmex di Catania non ci stanno. Anche perché l’azienda, prima, dovrà completare i progetti finanziati dai PON. E per questo ha trovato un accordo con l’Istituto Oncologico Mediterraneo per la fornitura di alcuni macchinari e per il recupero di 15 dei 69 lavoratori per un solo mese. Decisione inaccettabile e che ha scatenato la protesta davanti lo IOM.

“Sembra una presa in giro – spiega un lavoratore – perché ci usano per completare il loro progetto e poi non abbiamo alcuna garanzia per il futuro”.

Dura la posizione dei dipendenti e dei sindacati anche contro la decisione di chiudere definitivamente l’azienda: a febbraio 2016, infatti, la Myrmex lascerà il territorio etneo. A scendere in campo è il segretario generale Filtem Cgil Sicilia Giuseppe D’Aquila: “L’avvocato Gian Luca Calvi (amministratore delegato Myrmex, ndr) vorrebbe rendere agibile il proprio centro di ricerca da tre anni, ma non lo fa di proposito. In realtà, però, non vuole farlo e non ha intenzione di rinunciare ai fondi. Per questo sta completando le ricerche allo IOM”.



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In questo caso Catania verrebbe privata di uno dei suoi fiori all’occhiello sulla ricerca e, come sottolinea sempre D’Aquila, sarebbe una grave perdita per il territorio etneo.